Oggi a Co-Ro la presentazione del nuovo libro di Carlino, “Biografia e Storia di alcuni Rossanesi illustri”
Lo storico mandatoriccese: «La monografia deve essere ritenuta oltre che un frammento della storia rossanese, anche di quella italiana»
CORIGLIANO-ROSSANO - La pubblicazione, editata dalla casa Editrice Consenso Pubblishing, sarà presentata a Corigliano-Rossano alle ore 16,00 di oggi mercoledì 20 ottobre 2021 presso il Ristorante “Le Macine” in via Giuseppe Di Vittorio n. 13.
L’iniziativa si avvale della collaborazione dell’Università Popolare di Rossano, della quale l’Autore fa parte come componente del Comitato Scientifico. Lo storico mandatoriccese e rossanese di adozione, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, non è nuovo a tali iniziative e dedica la sua nuova ricerca storica alle nuove generazioni rossanesi affinché leggendo la vita delle figure presentate nel libro, ne possano scoprire i valori e gli ideali e fare tesoro e memoria del loro insegnamento.
All’evento, interverranno Tullio Manseri, storico e saggista, Gennaro Mercogliano, critico letterario e direttore dell’Università Popolare di Rossano e Giuseppe Zangaro Editore della Consenso Publishing. I lavori termineranno con l’intervento di Franco Emilio Carlino, autore del volume.
L’evento si svolgerà nel rispetto delle norme anti Covid – 19 e l’accesso è consentito con Green Pass.
Ricca la ricerca biografica dell’Autore che attraverso le biografie di: Alessandro, Francesco, Giorgio e Giovan Leonardo Amarelli, Carlo Blasco, Carlo Cito, Madre Isabella, Luca (seniore) e Luca (juniore) de Rosis, Filagato da Cerami, Giovanni Filagato, Gasparo Fiorino, Alfredo Gradilone, Teodoro Mandatoriccio, Annibale e Muzio Montalti, Domenico Morici, Giambattista Palatino, Ciro Santoro, Giovanni Sapia, Benedetto Senidega, Giuseppe Torrente, Camillo, Gaetano, Giuseppe e Saverio Toscano, indaga e rivisita ben dieci secoli di storia compresi tra l’XI e il XXI secolo.
«Quello che viviamo – scrive l’Autore – è un periodo storico di grande decadenza, espresso da comportamenti individualistici e ingenerosi, che quasi sempre si manifestano con la pratica di un esasperato materialismo e parallelamente assecondano il tramonto di ideali e valori che invece dovrebbero essere alla base per costruire un sano sistema di società. E allora mi sono chiesto perché non riavviare una possibile riedificazione proponendo al lettore esempi di uomini che ci hanno preceduto e che tanto hanno dato alla nostra comunità, facendoli meglio conoscere soprattutto alle nuove generazioni?».
Sul lavoro di Franco Emilio Carlino interessante il pensiero del saggista Tullio Manseri, prefatore del volume, che al riguardo così asserisce: «La biografia è il genere letterario che oggi affascina maggiormente insieme al romanzo e coinvolge anche le nuove generazioni, perché nella narrazione biografica, quando non prevalga la curiosità spicciola, si rinvengono le ragioni di vita cui i giovani aspirano o i modelli di eroismo, irraggiungibili dalla gente comune; per non parlare dell’autobiografia, della vita scritta in prima persona e da inquadrare nel ricordo di sé. Si comprende facilmente come i limiti tra biografia e romanzo siano spesso labili, per cui la vita narrata non è che il punto di partenza per il viaggio verso il ricordo eroico e la gloria».
Oltre duemila anni fa, quando il genere biografico iniziò, erano stretti i legami con l’etica: l’esemplarità di un bios conduce chi legge sulla strada del bene operare; ma ben presto della biografia s’impadronì la scena militare e l’obiettivo fu quello di introdurre l’umanità alla vita eroica di capitani di esercito, primo fra tutti Alessandro Magno e allora, vai con guerre e distruzioni, battaglie, eserciti; parallelamente vengono scritte le vite di uomini che hanno illustrato le lettere, la filosofia, per concludere coi santi, i martiri, gli anacoreti. Oggi la biografia non ha limiti; si trattasse dei gerarchi nazisti, di Marilyn, del capitano d’industria o del barbone morto di freddo o addirittura dei leader della droga che ci fumano in faccia la loro “eroica” disperazione e distruzione: tutto fa vita, tutto diviene esempio spettacolare da imitare, almeno esteriormente. Siamo tornati al moralismo, passando dall’esemplarità di uno Steve Jobs, all’immagine zazzeruta e scomposta di un Marley, agli spostamenti di denaro di un manager della finanza: tutto questo fa oggi “morale”.
Certo in un quadro siffatto, che coinvolge il mondo intero nelle sue manifestazioni umane, umili o estreme che possano essere, parlare delle biografie di antichi calabresi, meglio ancora, rossanesi anche da poco scomparsi, parrebbe assurdo; ma la realtà è che anch’essi hanno fatto la storia dell’Italia e dell’Europa, mostrando nella loro esistenza alti risvolti etici, conducendo una vita esemplare e ‘limitandosi’ a incarnare gli ideali del tempo. La Calabria e Rossano in particolare hanno avuto nei secoli personalità che vanno ricordate e riproposte: per tutti cito Nicola Malena, al secolo Nilo di Rossano, personaggio statuario di mille anni fa che incarnò il suo popolo oppresso dai Bizantini, ma trovò la forza per farlo nel colloquio intimo con Dio, con la sua città, confrontandosi con tutti quelli che praticavano culture e religioni diverse e creando la sintesi tra Oriente e Occidente, quell’unione che ancora ricerchiamo, di cui san Nilo ha creato il simbolo tangibile in Grottaferrata, alle porte di Roma.
La storia del passato, prossimo o remoto che sia, è stata caratterizzata da uomini e donne che hanno illustrato la loro patria, solo che a distanza di secoli non ne sappiamo nulla se non ne ha parlato l’Omero o il Foscolo di turno: tutto passa e si dimentica, se non vi è una voce che faccia luce su quello che gli uomini hanno fatto per gli altri uomini. Non sono comparsi nella storia solo i Galileo o i Marconi, ma pure i Pitagora, gli Alcmeoni, gli Alessi di Turi, i Cassiodori, i Gioacchino da Fiore e quindi i santi anacoreti di Rossano, i grandi giuristi, i musicisti, gli artisti in genere e, perché no, tanti rimasti anonimi che hanno lavorato per creare la città, gli edifici storici, scavare le miniere, coltivare i campi, le vigne e non ultime le donne che hanno saputo mantenere accesa la fiammella della vita, hanno subito le violenze degli eventi bellici, ma hanno tenute unite fortemente le famiglie, molto spesso sconosciute, nel rinnovare l’umanità pure in mezzo a carestie, lutti, epidemie, aiutandosi l’una con le altre nel loro impegno di madri.
Ben vengano le vite dei Rossanesi illustri, che sono il frutto di una città e del suo territorio più autentico: il meglio che ha saputo produrre la cultura, la storia di un centro che ha visto crescere la gente pure attraverso le dure prove della distruzione e delle guerre, degli assalti saraceni e delle devastazioni sismiche, perché ne uscisse una Rossano sempre più bella e civile pure in mezzo alle macerie della barbarie passata e presente: città di cultura, di studi, di fede, di civiltà, col suo incrocio, tuttora vigente, tra eredità greca e mondo latino, senza tralasciare la dimensione italica, enotria, che ancora vige nella famiglia, nella funzione sociale degli uomini e delle donne, addirittura nei grandi pranzi e nelle feste.
‘Quindi trarrem gli auspici’? Certamente, leggendo le biografie di illustri rossanesi di ieri e odierni, che Franco Carlino porta a conoscenza di tutti tracciandone il profilo con brevità e snellezza, ma pure fondando una ‘Santa Croce’ rossanese, c’è da meditare e cercare ancora dentro di noi di far grande la civitas, ‘la città che sale’, di farla conoscere, di farla amare”.
In un altro ulteriore passaggio della nota di presentazione al volume l’Autore così scrive: «La monografia deve essere ritenuta oltre che un frammento della storia rossanese, anche di quella italiana. Si tratta di un lavoro documentale finalizzato a fare luce sulla vita di alcuni, dei tanti, personaggi rossanesi che nel tempo con le loro imprese, le opere, l’eroismo, il talento, la testimonianza si sono distinti per merito e prestigio, nelle armi, nelle scienze, nella medicina, nella letteratura, nella religione, nella musica, nella politica, dando prestigio a Rossano, ragione per la quale mi è sembrato doveroso continuarne a fare memoria».