Dipendenti mense scolastiche: punto e a capo. Ormai sembra un disco rotto e l'azienda che si occupa del servizio (la Siarc di Catanzaro) sembra quantomai recidiva. E a pagarne le conseguenze sono, a fasi alterne e spesso contemporaneamente, i lavoratori della mensa scolastica e quelli dell'ospedale. Questa volta a lamentare il mancato stipendio di marzo sono gli addetti alla refezione scolastica. Per loro sono scesi in campo i sindacati, la Filcams Cgil e la Uil, che «denunciano con forza» la situazione di disagio assoluto che stanno vivendo le lavoratrici ed i lavoratori. «All’inaccettabile e gravissimo atteggiamento perpetrato dalla Siarc - scrivono i sindacalisti Andrea Ferrone (Filcams Cgil) e Luciano Campilongo (Uil) - sono da ascrivere quasi tutte le problematiche. Non ha provveduto, infatti, all’accreditamento della retribuzione relativa al mese di marzo; si tratta, per amore di verità, di una cifra ridotta dalla sopravvenuta messa in cassa integrazione dei primi giorni di marzo, imposta dall’emergenza coronavirus; purtroppo l'Inps, ad oggi, non ha ancora loro erogato quanto spettante». «E per delineare la questione fino in fondo - aggiungono ancora i due sindacalisti - in pieno rispetto del contratto di appalto, il Comune aveva pagato la fattura di marzo alla ditta. La Siarc, pertanto, nonostante il verbale di accordo con i sindacati, non solo non ha ottemperato agli accordi, ma non si degna nemmeno di rendere trasparenti e note le sue reali intenzioni. Siamo profondamente delusi, colpiti ed oltremodo stremati da tale inqualificabile atteggiamento dell’azienda!» Cosa fare, allora? In prima istanza, Cgil e Uil, chiedono al sindaco Stasi «un risoluto intervento, che accerti l’ottemperanza agli obblighi assunti dalle parti; annunciamo - sin d’ora – che, insieme a lavoratrici e lavoratori, nei prossimi giorni terremo un sit-in di protesta sotto il Comune di Corigliano Rossano. La condizione economica dei dipendenti, part time e monoreddito, specie in questo momento in cui non hanno grandi sicurezze, a partire dal salario e dalla cassa integrazione fino ad arrivare - concludono Ferrone e Campilongo - all’incertezza della riapertura, a settembre, della mensa scolastica, merita grande attenzione e risposte certe, risolutive e rispettose della dignità del lavoro».