1 ora fa:Paura nella notte a Gammicella-Seggio: incendio lambisce alcune abitazioni
3 ore fa:Passaggio di consegne alla guida del Rotary Club "I Pulinit del Pollino"
15 ore fa:Incidente sulla SS531 a Crosia-Mirto: tre feriti
1 ora fa:Co-Ro Summer Fest 2025: parte l'estate di eventi a Corigliano-Rossano
15 ore fa:Bandiera Blu, oggi conviene investire nel "mattone turistico"
15 ore fa:Interporti, via libera dal Senato alla legge quadro
2 ore fa:Trebisacce presenta il programma estivo MarEstate '25
2 ore fa:Non ce l'ha fatta l'anziano colto da malore nel centro storico di Rossano
47 minuti fa:La "polveriera" della Sila Greca: l'impegno costante dei volontari per «scongiurare una catastrofe»
17 minuti fa:VOLLEY - Anche Gianmarco Vindice tra i nuovi giocatori della Corigliano Volley

Di fronte all'ingresso della stazione ferroviaria di Rossano, il deserto nel deserto

1 minuti di lettura
di MARTINA FORCINITI Siamo in via Enrico Fermi, di fronte all’ingresso del doppio binario rossanese. In pieno centro cittadino, a un passo dalle vie della shopping experience, inciampiamo in una ruvida desolazione. Attorno, un’infilata di serrande chiuse, locandine pubblicitarie mezze strappate e il silenzio delle 15. Quello che una stazione ferroviaria da 40mila abitanti non dovrebbe conoscere. Il deserto nel deserto. Volendo cedere al fascino di qualche metafora, il treno è sogno, sensibile promessa. Peccato che dalle nostre parti lo sia per davvero. Ma eccolo lì il nostro ferrovecchio a due vagoni, intento a travasare sulla banchina i pendolari dell’ora di pranzo. Quelli che di uno sgangherato viaggio su ferro non possono proprio farne a meno. E una volta che tutte le borse e le valigie sono state riposte stancamente nei cofani, il rombo delle automobili accompagna l’uscita di scena degli ultimi scampoli di dinamismo. Sulla destra, il bar stazione chiuso a doppia mandata parla di clienti fuggiaschi, economie labili, abitudini che cambiano insieme ai tempi. Alle spalle, due locali svuotati hanno attaccato addosso il cartello “Vendesi”. Qui non c’entra la difficile riemersione dalla crisi, ma piuttosto la consapevolezza che senza libertà di circolazione non c’è indotto. E senza indotto, tanto per restare in tema, il commercio resta fermo al capolinea. «Si stava meglio quando si stava peggio – è il commento amaro di un abitante della zona –. Ricordo ancora quando, almeno venti anni fa, qui era tutto un via vai di persone, un’ammucchiata di automobili in doppia fila mentre il vociare dei giovani si protraeva fino a sera. C’erano almeno due tabacchi nel giro di qualche centinaio di metri e la gente entrava e usciva dai bar a qualsiasi ora. Oggi, non ci resta che prendere coscienza del fatto che quest’area, così come tante altre, sta morendo lentamente e inesorabilmente». Percorriamo un altro piccolo tratto. A sinistra un giovane afroamericano sonnecchia rannicchiato su una panchina. Proprio qui, fra transenne installate dopo le piogge che fanno da guardia alle buche sull’asfalto e a uffici derelitti, si riassume la tristezza di una comunità. «Vedendo la situazione, si prova un senso di sconforto – ci racconta un altro rossanese –. Sembra incredibile che proprio qui ci fosse il centro nevralgico dell’intera area sibarita. Memoria che si perde nel tempo. E che stiamo dimenticando, giorno dopo giorno».
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.