17 ore fa:Incidente stradale a Corigliano-Rossano, coinvolta un’auto della Polizia Municipale
16 ore fa:Giovani schiacciati dal mal di vivere e anziani che muoiono soli: nella Calabria del nord-est aumentano i drammi umani
18 minuti fa:Sequestrata una tonnellata di botti illegali: fuochi d’artificio nascosti tra case e negozi, rischio strage evitato
20 ore fa:SP 169 Lauropoli–Sibari, Italia Viva: «Una babele istituzionale che rischia di scaricarsi sui lavoratori»
48 minuti fa:Natale senza stipendio, operai sul tetto dell’ospedale
22 ore fa:Contro la scuola del merito: dalle classifiche sugli istituti alle derive educative
21 ore fa:La gestione felice del bilancio comunale: Lucisano mette sotto accusa l'amministrazione Stasi
16 ore fa:USC Corigliano–Amantea 4-0: tripletta di Lentini e belle segnature, il pubblico applaude
18 ore fa:Sinergia tra territorio e istituzioni: da Cariati parte un nuovo percorso politico condiviso
23 ore fa:Maltempo su Rossano, notte di interventi per i Vigili del Fuoco: salvati quattro giovani dal sottopasso allagato

Dopo Simet, anche i dipendenti Ias Scura incrociano le braccia: «Contratto vecchio di 20 anni»

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - «Abbiamo un contratto vecchio di 20 anni». Questo dicevano stamani i dipendenti della Ias Scura, azienda di autolinee di Corigliano-Rossano, che nel piazzale dell'autostazione di Cosenza hanno deciso di incrociare le braccia. Si amplia, dunque, la vertenza dei lavoratori del trasporto pubblico in provincia di Cosenza. Dopo il giustificato lamento dei dipendenti della Simet, altra società jonica che ha licenziato oltre 40 tra autisti e personale, ora a mettere in campo la loro indignazione sono i lavoratori della Scura. Qui non ci sono licenziamenti in ballo - anche perché la società è tra le concessionarie del trasporto pubblico regionale, quindi sovvenzionata dall'ente pubblico - ma l'incompatibilità della retribuzione con gli orari di lavoro.

Di fianco a loro, anche in questo caso, la sigla sindacale Faisa-Cisal, Federazione autonoma italiana sindacale autoferrotranvieri. «Abbiamo indetto - si legge nella nota - uno sciopero di 24 ore dei lavorati della Ias Autolinee, l’Azienda cori-rossanese che si ostina a non dar luogo al rinnovo del contratto aziendale al quale sono legati importanti tematiche del lavoro accessorio, anche per la parte economica. Ripetuti sono stati i nostri tentativi, tutti falliti, di raggiungere un’intesa che fosse di equilibrio per le Parti, al fine di dotare i lavoratori, ma anche l’Impresa, di un valido strumento regolatorio in tema di disciplina aziendale delle fattispecie di servizio non regolate dal contratto nazionale di lavoro».

«Ad oggi, però, altro non possiamo raccogliere se non la sostanziale chiusura della Ias Autolinee alla sottoscrizione del contratto aziendale. Ciò ha comportato l’ennesima astensione dal lavoro, che nella giornata di domani sarà la quinta, non residuando ai lavoratori altra soluzione che quella della protesta. Il tema è fortemente sentito dai tanti dipendenti che, ogni giorno, si impegnano con serietà e dedizione a rendere un servizio di trasporto pubblico che può dirsi di qualità soprattutto grazie all’apporto di mille attenzioni che in tal senso viene dai lavoratori. Pare, però, che tale impegno non venga registrato in contrada Toscano Jole, sede dell’Azienda, dalla quale nessun atto concreto si registra all’indirizzo del dialogo e dell’ascolto dei legittimi bisogni dei propri lavoratori».

«Tra le tante incertezze che orbitano intorno al futuro di ciascuno, vi è la certezza del nostro impegno a continuare a stare accanto a chi ha deciso di rivendicare regole certe e chiare sul lavoro accessorio e sulle altre tematiche che dovranno confluire nel contratto aziendale secondo quanto previsto dal CCNL. I lavoratori di Ias Autolinee non si lasceranno distrarre dalle sirene di chi predica bene ma pone in essere iniziative lontane dai bisogni della classe operaia. I dipendenti agiranno a tutela dei propri interessi legittimi iniziando dall’esercizio del sacrosanto diritto di sciopero; lo faranno nonostante le mille difficoltà derivanti da una disciplina normativa (quella sullo sciopero) che appare un labirinto nel quale districarsi e con la fermezza di chi vuole esercitare appieno il proprio diritto di dire "io non ci sto!"».

Ai lavoratori che hanno riposto la fiducia in questo Sindacato, viene confermata la vicinanza incondizionata, «facendo nostre le difficoltà che caratterizzano il vivere quotidiano di chi, come loro, fatica a far quadrare i bilanci familiari a causa di un costo della vita che ha assunto dimensioni spropositate». La soluzione a una tale condizione di estremo disagio non può che passare da iniziative di buon senso che, per quanto ci riguarda, altri non può essere che il datore di lavoro a mettere in campo, quale tributo di riconoscenza verso chi ogni giorno si spende per l’Azienda.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.