Sparatoria al circolo del Castello: Pirro e Parmanova non rispondono ai giudici. Restano in carcere
Intanto emergono ulteriori dettagli del raid di follia di domenica scorsa grazie alla ricostruzione dei carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano
CORIGLIANO-ROSSANO - Restano in carcere Natalino Pirro, 47 anni, e Larisa Parvanova, 51 anni bulgara, fermati domenica sera con le accuse di porto abusivo d’arma da fuoco clandestina, tentato duplice omicidio nei confronti dei coriglianesi A.P. 50 anni e C.F. 58 anni, nonché dell’accusa di spari in luogo pubblico.
La decisione è stata assunta quest’oggi dal giudice per le indagini preliminarI presso il tribunale di Castrovillari, Biagio Politano, che insieme al sostituto procuratore, Veronica Rizzaro, avrebbero dovuto effettuare l’interrogatorio di garanzia nei confronti dei due.
Dicevamo, avrebbero, perché in effetti l’interrogatorio non si è tenuto in quanto il coriglianese e la bulgara, difesi dagli avvocati, Fabio Salcina e Francesca Casciaro, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
In questi giorni che sono trascorsi dal fatto delittuoso sono emersi alcuni particolari sulla dinamica e sul movente del duplice tentato omicidio. Secondo gli investigatori guidati dal Comandante dei carabinieri, Raffaele Giovinazzo, il Pirro avrebbe agito su insistenza della sua compagna, la Parvanova, in quanto questi non gradiva le attenzioni, anche abbastanza frequenti, di uno dei due feriti, il 58enne C.F. Da qui il pressante “invito” rivolto al compagno dalla bulgara di andare a dare una “lezione” a C.F. Così Pirro ha imbracciato un fucile calibro dodici si è fatto accompagnare dalla Parvanova davanti al circolo ricreativo “La torre” che si trova proprio nei pressi del castello ducale a Corigliano centro.
A questo punto, sempre secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, la Parvanova sarebbe entrata nel circolo per vedere se il vero ed unico “bersaglio” della lezione era ancora dentro, accertatasi di ciò, ha fatto cenno al compagno di entrare in azione. Come una furia Natalino Pirro, imbracciando il fucile, ha fatto irruzione nel locale e qui ha incominciato a sparare all’impazzata. I
n questo frangente, davvero drammatico, pare che C.F. per difendersi dallo sparatore gli abbia lanciato contro una sedia. Sono attimi concitati e violenti, alla fine Pirro sparerà almeno 12 cartucce. Finita la scorribanda criminosa Pirro raggiunge la compagna a bordo della Y10 e fanno perdere le proprie tracce.
Nel frattempo lo sparatore si disfà del fucile in un terreno che si troverebbe non molto lontano dal luogo teatro della sparatoria. Appare abbastanza chiaro quindi il motivo della sparatoria: la gelosia morbosa che Pirro avrebbe nei confronti della Parvanova, anche perché, secondo altre indiscrezioni raccolte, già in passato Pirro aveva avuto delle discussioni con C.F. Da aggiungere che l’altro ferito, A.P., alla fine in tutta questa maledetta storia non centri proprio nulla.