Nella notte cumuli di rifiuti a fuoco nelle periferie di Corigliano-Rossano: ormai è allarme igienico-sanitario
Vigili del fuoco impegnati su più fronti da Seggio a Cantinella per spegnere gli incendi dei cumuli di spazzatura che da giorni restano depositati di fianco ai cassonetti. Il capoluogo jonico non riesce a gestire l'emergenza rifiuti
CORIGLIANO-ROSSANO - Ormai sembra essere sotto gli occhi di tutti: Corigliano-Rossano è, al momento, l'unica grande città della Calabria a soffrire di più l'emergenza rifiuti in atto. Non bastano gli sforzi che sta compiendo la società per i servizi ambientali per svuotare i centri di raccolta presenti in città. A terra c'è così tanta spazzatura che è impossibile smaltirla. Si privilegiano i centri abitati mentre nelle periferie i cumuli di rifiuti diventano vere e proprie discariche ingestibile e che, quindi, vanno a fuoco.
Nella notte scorsa sono stati 4 i roghi che hanno interessato cumuli di spazzatura in diverse zone periferiche del capoluogo jonico. Una notte da incubo per i vigili del fuoco del distaccamento cittadino che hanno dovuto scorrazzare con le autopompe all'interno di tutto il perimetro della città. Incendi di rifiuti nel centro urbano di Corigliano scalo e poi ancora a Seggio, Cantinella e Fabrizio.
Una situazione al limite del tollerabile e ormai fuori controllo. Mentre i cittadini rimangono inermi assorbendo i fumi tossici della diossina anche le istituzioni locali appaiono immobili davanti a questa situazione drammatica e dolorosa.
All'emergenza rifiuti, infatti, sembra non esserci alcuna soluzione se non quella - che rimane solo sussurrata - di individuare e aprire (o riaprire) una discarica. Non lo dice nessuno. Non lo dice il sindaco Stasi perché sarebbe questa una soluzione che andrebbe a scontrarsi con decenni di battaglie ma non lo dicono nemmeno le istituzioni sovracomunali (regione in primis) perché parlare ancora di centri di stoccaggio "tradizionali" nel 2022 non è solo anacronistico ma rappresenterebbe il totale e completo fallimento delle politiche sui rifiuti adottate negli ultimi 20 anni in Calabria. E in realtà, oggi, non si può più nemmeno prendere in considerazione il fatto di trasferire i rifiuti all'estero. Perché se questa procedura ha rappresentato una spesa esosa già nei mesi scorsi, figuriamoci oggi quanto costerebbe far "espatriare" i rifiuti all'estero considerato l'aumento spropositato dei costi del carburante e dell'energia. Sarebbero tutti costi a carico dei cittadini che oltre all'esasperazione del momento dovrebbero pagare anche le incapacità delle istituzioni
Certo, però, il dramma che oggi sta vivendo Corigliano-Rossano non lo si vive in altri centri anche medio grandi della Calabria che hanno, evidentemente, trovato un equilibrio (su tutti una buona politica di raccolta differenziata che nella grande città ionica è ancora arroccata a principi vecchi di 10 anni). A Cosenza, Rende così come anche a Castrovillari la situazione è critica ma ancora gestibile.
Serve un piano straordinario e d'urgenza, immediato per superare un'emergenza che oggi sta diventando un allarme sul piano igienico-sanitario