Violenza sui disabili, revocata la misura dei domiciliari per Fusaro, Antoniotti e Ritacco
Il tribunale del riesame di Catanzaro ha accolto le richieste del collegio difensivo sostituendo la misura domiciliare con quella del divieto di avvicinamento alle persone offese, ai loro familiari e al centro diurno
CATANZARO - Il tribunale della libertà di Catanzaro ha accolto l'istanza di riesame delle misure restrittive per i tre operatori del centro diurno Gocce nel Deserto che il 19 luglio scorso finiti ai domiciliari con la grave accusa di maltrattamenti nei confronti di disabili, insieme ad altri due indagati a piede libero.
Grazia Fusaro, Luciana Antoniotti e Francesco Ritacco (sul quale grava anche l'accusa di atteggiamenti sidaci nei confronti dei disabili) ritornano in libertà. Questo è quanto deciso dal giudice catanzarese che ha sostituto la misura cautelare domiciliare con quella del divieto di avvicinamento alle persone offese, ai loro familiari ed al centro diurno ove sono accaduti i fatti; nonchè ai luoghi frequentati dalle persone offese nonchè il divieto di comunicare con loro in qualunque forma.
A seguito degli interrogatori di garanzia, il Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Castrovillari, confermando l'impianto accusatorio del pubblico ministero Veronica Rizzaro, aveva confermato per tutti e tre le misure cautelari.
A fronte di questa decisione, il collegio difensivo dei tre indagati composto dagli avvocati Francesco Calabrò (per Grazia Fusaro), Giovanni Bruno (per Luciana Antoniotti), Roberto Laghi e Giuseppe Vena (per Francesco Ritacco sul quale pesa anche l'accusa di sadismo nei confronti di uno degli ospiti disabili della struttura) aveva deciso di presentare richiesta di riesame al Tribunale della libertà di Catanzaro contestando il quadro indiziario.
L’udienza presso il palazzo di Giustizia catanzarese si è tenuta ieri mattina e sono comparsi davanti al giudice solo due dei tre imputati (Grazia Fusaro e Francesco Ritacco). Al termine della discussione gli avvocati sono tornati a chiedere per i tre l’annullamento delle misure cautelari o un affievolimento delle stesse. La determinazione del giudice si è espressa in tal senso.