«In queste condizioni è impossibile fare turismo. Abbiamo paura!»
Parla Eleonora Ascione, titolare di Andirivieni Travel. Sabato notte un Bus della società è stato oggetto di una sassaiola: «Pochi centimetri più in alto e sarebbe stata una tragedia». E aggiunge: «Non è l’unico pericolo»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Se quel sasso avesse colpito il parabrezza pochi centimetri più in alto e se quel bus avesse avuto il carico di turisti che trasportava fino a pochi minuti prima, oggi saremmo qui a raccontare una tragedia». È affranta e indignata Eleonora Ascione, amministratrice dell’agenzia viaggi e trasporto turistico Andirivieni Travel di Corigliano-Rossano, una vera e propria pasionaria della promozione del territorio fatta con competenza e professionalità.
Il bus colpito da un sasso lungo la statale 106, nella notte tra sabato e domenica scorsa, all’altezza del viadotto sul torrente Coriglianeto, è uno di quelli in dotazione alla flotta di Andirivieni. «Il nostro mezzo (un 55 posti gt lusso, ndr) – racconta Eleonora Ascione - stava rientrando in deposito dopo una lunga giornata di lavoro trascorsa ad accompagnare un gruppo di turisti, ospitati in una struttura ricettiva di Sibari, nella visita del territorio ionico, quando ad un tratto il bus è stato colpito da una selce del diametro di circa 15 centimetri».
Un evento – si spera – isolato che, però, riporta all’attenzione, ancora una volta, la questione sicurezza che interessa l’intero territorio ionico che da qualche tempo sembra essere pervaso da una vena barbarica e violenta irrefrenabile la quale, evidentemente, non si ferma solo alle decine di auto incendiate che si contano tra Trebisacce e Crosia Mirto ma che coinvolge persino la sicurezza stradale.
E a porre l’attenzione sull'esistenza di un problema sicurezza, legato alla mano criminale dell’uomo, lungo le arterie di collegamento principali del territorio è proprio Eleonora Ascione. «Non è la prima volta, negli ultimi tempi, che registriamo e patiamo gli effetti dei pericoli che si trovano sulle nostre strade. Appena una settimana fa, lunedì scorso, - racconta ancora - uno dei nostri minivan ha travolto un chiusino in ghisa alto 30 centimetri, ancora di notte e sempre lungo la statale 106 nei pressi dello svincolo di Rossano, procurando danni per diverse migliaia di euro». Cosa ci faceva un tombino in mezzo alla carreggiata, lungo la “centosei” è un mistero che resta ancora da chiarire.
«La fortuna – aggiunge Ascione – è che in quell’ostacolo è incorso un mezzo pesante. E se fosse passato un motociclo o una piccola utilitaria, cosa sarebbe successo?».
Appare ovvio che il verificarsi continuo e imperterrito di questi eventi, che sembrano avere sempre una cornice vandalica e di violenza, alla lunga (e nemmeno tanto) potrebbe compromettere gli equilibri economici e sociali del territorio.
«In queste condizioni è impossibile fare turismo» chiosa Eleonora Ascione. «Perché abbiamo paura di mettere a repentaglio la nostra vita, quella dei nostri dipendenti ma soprattutto quella dei nostri clienti che nella stragrande maggioranza dei casi sono turisti, quindi, persone che si trovano sul territorio per trascorrere un periodo di relax e conoscenza della Calabria del nord-est».
Tra atti incendiari, violenze di ogni genere e, adesso, anche veri e propri raid vandalici lungo le strade è chiaro che il futuro della “vocazione turistica” nella Sibaritide e a Corigliano-Rossano, in particolare, rischia di subire un duro colpo.
Dispiace raccontare oggi queste storie ma lo facciamo per quel senso di consapevolezza di cui abbiamo bisogno affinché le cose cambino.