Escalation criminale nella Sibaritide e sui cantieri della Statale 106: i sindacati chiedono più presenza dello Stato
Appello anche alla Magistratura e al Prefetto: «chiederemo unitariamente al Prefetto di Cosenza di convocare il comitato per l’ordine e la sicurezza»
CATANZARO - Indignazione e sicurezza, un sentimento e una richiesta per contrastare l'escalation criminale che da tempo, ormai, sta vedendo al centro i cantieri del terzo megalotto della Statale 106 Sibari-Roseto. Oggi a scendere in campo, dopo la denuncia pubblica dei titolari di alcune delle ditte appaltatrici dell'opera che hanno subito la violenza delle intimidazioni, è la triplice sindacale.
Le Segreterie regionali e territoriali Cgil Cisl Uil – Fillea Filca Feneal, infatti, si dicono «molto preoccupate» per gli eventi di criminalità costante che si stanno verificando sui cantieri della sibaritide ed in modo particolare sulla Ss106.
«I reiterati atti criminali - si legge nella nota unitaria - con danni ingenti alle imprese operanti nei cantieri, per come denunciato dagli stessi imprenditori, mettono a rischio la sicurezza delle attività dei cantieri, dei lavoratori, delle Imprese».
La preoccupazione, infatti, è che si possa tornare a «respirare un’aria pesante come non avveniva da diverso tempo e ciò impone misure determinate da parte dello Stato e della Magistratura».
Cgil, Cisl e Uil auspicano, così, ad un’azione sinergica che possa «rafforzare il territorio, oggi carente, di maggiori presidi di sicurezza, mezzi, dotazioni organiche adeguate per fronteggiare il fenomeno crescente di micro e macro criminalità».
«Nelle prossime ore - si legge a conclusione della nota - così come già fatto dalle federazioni di categoria, chiederemo unitariamente al Prefetto di Cosenza di convocare il comitato per l’ordine e la sicurezza al fine di attivare ogni misura utile per dare il sostegno adeguato all’azione di denuncia fatta dalle Imprese vittime degli attentati di queste settimane, non escludendo alcuna soluzione utile a mettere in sicurezza l’intera opera pubblica».