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«Rischio declassamento per l'ospedale Chidichimo» L'allarme del sindaco Mazzia

2 minuti di lettura

TREBISACCE - «Non assisteremo in silenzio a questa ulteriore ingiustizia o all’artificiosa mancanza di chiarezza».

Sono questo le parole con cui Rosanna Mazzia, sindaco di Roseto Capo Spulico, in un lungo comunicato stampa torna sulla questione dell'ospedale G. Chidichimo di Trebisacce, manifestando seri dubbi sul futuro della struttura, da anni al centro di una vicenda dai toni kafkiani.

«Temo si stia per consumare - denuncia la Mazzia nel suo comunicato stampa - nel silenzio più assordante, l'ennesimo smacco a scapito dell'Alto Ionio. Ancora una volta c’è poca chiarezza intorno alle azioni poste in essere per la completa riattivazione di quel fondamentale presidio sanitario che è il nosocomio G. Chidichimo.

L'Ospedale di Trebisacce, da tempo immemore impantanato tra le beghe della burocrazia, rischierebbe di essere declassato da “Ospedale di Frontiera” ad "Ospedale di Comunità", una decisione che si pone in netta contrapposizione rispetto a quanto disposto dalla ormai nota Sentenza del Consiglio di Stato, la quale decretava la riapertura del nosocomio trebisaccese al fine di garantire un accettabile livello di Lea nel territorio di interesse».

Il Sindaco di Roseto Capo Spulico fa riferimento alla delibera del commissario straordinario dell'Asp di Cosenza n. 711 del 27 aprile 2022 con cui si dispone l'Approvazione del Piano dei potenziali interventi integrativi e relativi Rup per l'attuazione degli obiettivi fissati dal Pnrr- Missione 6 e nella quale l'ospedale di Trebisacce viene indicato come ospedale di comunità.

«Di fronte all'ennesimo scippo - si legge nella nota -  ai danni dei Cittadini dell'Alto Ionio non possiamo più restare indifferenti. Il Piano operativo regionale che la Regione Calabria vuole proporre al ministero della salute e ad Agenas non può e non deve vedere ridimensionato il ruolo del "G. Chidichimo" sdi Trebisacce, che, al contrario, aspetta ormai da troppo tempo un adeguamento secondo quanto stabilito dal Consiglio di Stato, che sancisce la riapertura del presidio allo stato quo ante la chiusura.

La differenza tra i due sistemi di assistenza sanitaria, infatti, è sostanziale: un Ospedale di Comunità è finalizzato alla cura di pazienti che, a seguito di acuzie minori o alla riacutizzazione di condizioni croniche, necessitano di interventi sanitari clinici a bassa intensità che, per diversi motivi, non possono essere erogati a domicilio. Discorso ben diverso, invece, è la riattivazione di un Presidio Ospedaliero capace di gestire le situazioni emergenziali, cosa di cui questo territorio è sfornito ormai da decenni».

Non solo la problematica relativa all'ospedale Chidichimo è oggetto della segnalazione del primo cittadino, il quale pone il riflettore anche su una seconda questione:

«Ulteriori perplessità sulla gestione della sanità sul nostro Territorio, inoltre, emergono dalla riapertura dei termini per l'attribuzione dell'incarico di direttore di struttura complessa per il solo distretto Cosenza/Savuto. Questa circostanza desta non poche perplessità, considerato che, con delibera n. 434 del 1 marzo 2022 pubblicata dall'Asp di Cosenza sul proprio albo pretorio, si prevedeva il medesimo avviso anche per il distretto Jonio nord, cioè il nostro. Viene da chiedersi perché.

Non assisteremo in silenzio a questa ulteriore ingiustizia o all’artificiosa mancanza di chiarezza. L'Ospedale di Trebisacce e la sanità territoriale dell’alto Jonio, per la sua collocazione geografica e per la sua importanza strategica, deve essere potenziato per garantire ai cittadini quel diritto alla salute, costituzionalmente sancito, di cui spesso a queste latitudini ci si dimentica».

 Dunque, ospedale di frontiera, ospedale di comunità o struttura quo ante la chiusura, cioè con le stesse caratteristiche che aveva prima di essere ridimensionato, come stabilito delle molteplici sentenze del Consiglio di Stato?
E in tutto ciò, il commissario ad acta per l'esecuzione della sentenza del consiglio, Andrea Urbani, che dice?

Per i cittadini dell'alto Ionio, più che kafkiana la vicenda ha assunto toni mitologici, quelli del periplo di Tantalo.

Andrea Mazzotta
Autore: Andrea Mazzotta

(Cosenza, 1978) Laureato in giurisprudenza, giornalista pubblicista, appassionato di comunicazione e arte sequenziale, è stato direttore della Biblioteca delle Nuvole di Perugia, direttore editoriale delle Edizioni NPE, coordinatore editoriale per RW-LineaChiara, collaborando con diverse realtà legate al settore dell'editoria per ragazzi. Collabora con il Quotidiano del Sud, Andersen, Lo Spazio Bianco, Fumo di China. E' un fedele narratore delle Cronache della Contea, luogo geografico e concettuale nel quale potenzialmente può succedere di tutto. E non solo potenzialmente.