Amendolara ricorda Ilaria Gentile con preghiere e ricordi
L'assessore alla cultura scomparsa dicembre scorso resta indimenticata dai suoi concittadini
AMENDOLARA - Tanta commozione, ma anche gioia all'interno della Parrocchia Madonna della Salute di Amendolara Marina. Con tanti giovani e non, provenienti anche da Sibari e da altri paesi viciniori, che hanno voluto partecipare al primo incontro del neonato Gruppo di preghiera dedicato al compianto assessore comunale alla cultura, pubblica istruzione e famiglia, Ilaria Gentile, morta prematuramente a causa di un male incurabile, lo scorso 18 dicembre a soli 33 anni, lasciando il marito e una splendida bambina di 3 anni.
«Stasera abbiamo scelto di non rimanere a casa, di non andare altrove, di non vivere una serata di un giovedì qualunque, ma siamo venuti qui per dire al Signore grazie del grande dono che ci ha fatto, il dono dell’amicizia che in Ilaria, nostra sorella, si è manifestato. In sua memoria, noi siamo qui». Con queste parole ha esordito don Nicola Arcuri nella sua orazione. Ed è andato avanti nel suo dire, toccando l'intimo e la coscienza dei presenti. Per quasi due ore, don Nicola unitamente a don Luca Pitrelli, (in Chiesa tra i banchi era presente anche don Vincenzo Santalucia), mentre tra i lettori si sono succeduti molti giovani, ha raccontato Ilaria dal pulpito, e lo ha fatto davanti al Santissimo illuminato sull'altare, ai suoi amici di sempre, a chi è stata con lei, fino all'ultimo respiro.
Fiaccole accese all'interno e all'esterno dell'edificio sacro, luci soffuse e due banner roll up con la sua foto e l'ultima frase che ha pronunciato in un lettino dell'Ospedale "Madonna delle Grazie", di Matera, prima di volare in Paradiso. Che ha toccato i cuori dei tanti presenti. Omaggiati di una collanina con il Tau, donato dal Vescovo di Cassano Mons. Francesco Savino. «Lassù il Cielo è di un azzurro bellissimo. C'è san Francesco e san Michele», così disse Ilaria, prima di chiudere gli occhi. In Chiesa anche stavolta, come del resto ai suoi funerali, si è respirata aria di festa. Proprio come lei aveva chiesto prima di morire: «Se il Signore dovesse chiamarmi, non voglio strade o edifici che portano il mio nome, ma se volete rendermi felice amici miei, costituite un gruppo di preghiere».
«Questa era Ilaria - ha concluso don Nicola - non gridiamo Santo subito, nessun santo ha fatto cose straordinarie, ma certamente non possiamo non meditare sul suo pensiero e sugli insegnamenti cristiani che ha voluto lasciarci come eredità».