di REDAZIONE Il prossimo venerdì, 29 gennaio, la
fusione tra i comuni di Rossano e Corigliano e la nascita di un eventuale nuovo centro urbano saranno il principale punto all'ordine del giorno del consiglio comunale coriglianese. Fra le prime opinioni a caldo sui potenziali effetti di un'approvazione della delibera, quelli dei
consiglieri comunali Ncd Elvira Campana e Giorgio Triolo. «La classe politica coriglianese si muove ancora una volta con la superficialità e il pressapochismo che la contraddistinguono da sempre. Il prossimo consiglio comunale che si svolgerà a Corigliano invita i Consiglieri di maggioranza e di opposizione a votare il NULLA, ovvero una delibera che, per quanto possa essere confezionata con attenzione, non ha contenuto sostanziale di nessun genere. Soprattutto, l’argomento da affrontare non si presta ad alcun dibattito che possa riguardare le due città di Corigliano e Rossano; semplicemente, consiste in un discorso generale sulla bellezza della fusione dei comuni così come concepita dalla legge. Nulla di più. Non è stato avviato alcuno studio o indagine sulla possibilità effettiva di realizzare la fusione tra i comuni di Corigliano e Rossano; non ci si è adoperati per individuare i pro e i contro della fusione tra Corigliano e Rossano, limitando l’attenzione al tema generale della fusione tra comuni. Ancora, non è stata fatta una macro analisi sullo stato attuale dei due Enti e il contesto politico e istituzionale degli utenti dei servizi e della composizione sociodemografica dei Comuni. Tutto ciò avrebbe dovuto fare, invece, una buona politica e una buona amministrazione: analizzare la concreta possibilità della fusione per poi avviare un percorso partecipativo attraverso una serie di incontri con la comunità. Dunque, l’arrivo in Consiglio, sede di elezione per sviluppare un dibattito concreto, proficuo per decidere il meglio per la nostra città, da formalizzare con la delibera e, infine, la scelta dei cittadini, attraverso il referendum. Nulla di tutto questo è stato fatto. Ci sembra addirittura paradossale l'atteggiamento di chi si trincera dietro il tenore letterale della norma che sancisce preliminarmente l'approvazione all'interno del consiglio comunale della delibera di fusione, come contenitore vuoto e, solo dopo "passa la palla" al cittadino tramite l'azione referendaria, e solo qualora questa avesse esito positivo, si inizierà concretamente a progettare la nascita del comune unico. Questo atteggiamento andrebbe a svilire i Cittadini, la politica, e la natura stessa del Comune, frutto di sedimentazione secolare. E’ passato ormai un anno dal Consiglio Comunale del 16.12.2015, in occasione del quale si prese la decisione, all’unanimità, di sospendere la seduta e la relativa adozione della delibera per arrivare al Consiglio comunale del 29.1.2016 nelle medesime condizioni. Ora si deve decidere. Coerentemente alla dittatura del pensiero unico che attraversa questo Consiglio Comunale, si pretende di decidere, addirittura, all’unanimità. Tuttavia, si cerca di strumentalizzare una scelta così importante parlando (i fautori della fusione) di sottrazione ai cittadini del diritto di decidere sulla fusione, dal momento che se non si fa la delibera, non si fa il referendum. Bè, un po’ di onestà intellettuale non guasta! Parlare di sottrazione di un diritto significa manipolare, finalisticamente, il pensiero!»