Confindustria Cosenza a Bari per il convegno "Il capitale sociale: la forza del Paese"
I valori di una comunità e il capitale umano, cioè l’insieme di conoscenze, competenze, abilità dei cittadini che lavorano, innovano e fanno impresa, creano cultura e sviluppo. E’ questo il messaggio che è venuto fuori dal convegno “Il capitale sociale: la forza del Paese”, organizzato a Bari dal Centro Studi di Confindustria. Presenti all’importante assise anche il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, il Presidente della Sezione Edile Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante ed il Direttore Rosario Branda. «Sono d’accordo con il Presidente Squinzi e con le tesi che in questi due giorni di convegno ho avuto l’opportunità di ascoltare – ha dichiarato il numero uno degli Industriali cosentini Natale Mazzuca – perché danno prova che il capitale umano e quello sociale sono i nostri unici veri asset. Quelli che nel passato ci hanno permesso di affrancarci dall’arretratezza economica, facendoci diventare a metà degli anni ottanta la quinta potenza economica del mondo, e quelli su cui dobbiamo puntare per difendere le conquiste di benessere e affrontare il cambiamento generato da diffusione di tecnologie innovative e pervasive, ingresso nel mercato globale del lavoro di competenze provenienti da paesi emergenti, nuove tendenze demografiche. Non dimentichiamoci poi che sono asset indispensabili per far funzionare bene la nostra democrazia». Il Centro Studi Confindustria dimostra come i Paesi più ricchi siano quelli dove c’è un livello più alto di istruzione e dove, al tempo stesso, il benessere è maggiormente diffuso. “I valori contano quanto i saperi” ha sottolineato il Direttore del Centro Studi di Confindustria Luca Paolazzi che ha presentato i risultati della ricerca “People first” presentata in occasione del convegno. E’ emerso che la nostra prosperità dipende proprio dal capitale umano, che in Italia è poco utilizzato, e che ne condiziona i risultati in ogni sfera. Per il Presidente Mazzuca «la crisi ha aggravato il quadro perché ha ridotto l’occupazione, demotivato le persone, diminuito l’investimento delle famiglie in istruzione, innescando un circolo vizioso tra recessione e minori competenze che causano bassa crescita. Occorre tornare a mettere al centro delle politiche il lavoro, la scuola, l’università, il mondo del sapere e del merito. Oltre al sapere contano i valori, soprattutto quelli che favoriscono fiducia e cooperazione. Se ci fermiamo a riflettere capiamo bene che capitale sociale e senso civico favoriscono l’accumulazione di capitale umano. E l’istruzione aumenta il capitale sociale, in un circolo virtuoso». Il Centro Studi di Confindustria ha stimato che l’aumento in dieci anni del grado di istruzione italiano al livello dei Paesi più avanzati innalza il Pil fino al 15% in termini reali, cioè 234 miliardi, con un guadagno di quasi 4 mila euro per abitante. «Un ottimo investimento – ha sottolineato il Presidente di Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante - la più importante politica industriale per i territori e per i nostri giovani che saranno chiamati a ruoli di responsabilità ma che si trovano a dover combattere il nemico più acerrimo già oggi: l’assenza di lavoro. Il mio settore, quello dell’edilizia, che è investito da una gravissima crisi, se opportunamente interessato da politiche attive potrebbe dare un immediato e sostanzioso contributo alla risoluzione di tanti problemi». Per queste ragioni il sistema Confindustria è impegnato nell’area dell’education in attività di connessione tra scuola e impresa ed iniziative che contribuiscono a rafforzare il capitale umano e sociale del Paese.