di PASQUALE LOIACONO Nel sudario di conformismo e di menzogne che caratterizza la lunga e aspra campagna elettorale, già disegnata ma che deflagrerà in tutta la sua orrida magnificenza da qui a breve, sembra di assistere ai discorsi dei polli in batteria. Eppure dei polli, in realtà, non è più tempo: o si diventa ruspanti o si finisce in pentola, perché stiamo invecchiando vedendo cadere le foglie e ascoltando i soliti discorsi, inesorabili come il succedersi delle stagioni. C’è, da sempre, qualcuno che vuole
rivedere la “macchina amministrativa”: e anche di recente si sono scoperti nuovi mali. Poi c’è quello che crede di essere Napoleone (quando peggiora si sente Giuseppina) e che promette di far funzionare la raccolta differenziata dei rifiuti. Allora, tutte queste sante alleanze fatte e disfatte, che frutti danno? Sempre gli stessi: la spremuta, anche della decenza, è assicurata. Sono questi signori che giuocano nottetempo ad abbozzare la
Cariati che verrà, più che altro, dei “mediatori” esperti nell’arte del compromesso. Dei cattolici che hanno dimenticato presumibilmente il Vangelo: «Dite sì o no?», e loro rispondono: «Forse». Che si fa quando si va all’accattonaggio di consensi, di accordi o di voti? Si differisce, si rinvia, si procrastina, e ci si aggiorna. Ancora una volta, i socialisti di casa nostra dimostrano di essere i più svelti di tutta la compagnia. Non erano bravi solo quando si viveva, come dicono i nostalgici, “in un’epoca politica che non c’è più”; quell’epoca c’è ancora, e loro se la cavano benissimo, perché, semplicemente, aspettano le mosse e gli inevitabili errori degli altri. Suvvia, oltre a qualche socialista esaltato e nostalgico, ce ne sono molti onesti. Sono compagni che meritano rispetto: i loro tentativi di rianimare il garofano, reso esangue da un eccesso di concimazione, sembrano generosi. E se i voti non si contano, si pesano; ma per il momento si immaginano. In fondo, tutte le intese sono complicate, e se il lupo giacerà con l’agnello, è risaputo che la pecorella avrà problemi di insonnia. La domanda non è come andrà a finire ma come si potrà ricominciare. Una volta si cercava il quarto per una partita a carte, adesso per fondare un “movimento”. Sarebbe ora di stare un po’ fermi. Si moltiplicano i salvatori, quelli che hanno la ricetta buona, e i profeti: a loro basta essere pessimisti. Abbiamo vissuto giorni migliori: forse anche più difficili, ma più seri. I pagliacci si esibivano, secondo orario, nel circo. Ora è spettacolo continuato e i vecchi comici non incantano più la platea, anche se cercano di adeguarsi ai copioni e alle novità di stagione. Certo, dietro i proclami, gli appelli e le decimazioni ci sono tanti casi umani: che bisognerebbe anche cercare di capire, e magari rispettare. Personaggi che dalla giovinezza non hanno fatto altro che politica, conservano il forte e sincero spirito di servizio ‒ non ne dubitiamo ‒ ma anche quello di conservazione. Sono, in fondo, piccole tragedie, e ce n’è in giro almeno una decina. Veniamo alla cronaca. Intanto, proseguono senza soste gli incontri, bi o trilaterali, tra gruppi, associazioni e movimenti, tutti bendisposti ad amministrare in nome dell’interesse collettivo e forniti di ottimi programmi elettorali. Una digressione: ritorna alla memoria De Gaulle che, al cittadino che gridava: «Generale, morte ai coglioni», rispose con pacatezza: «Il suo programma è troppo ambizioso». Ecco una panoramica aggiornata, ancorché parziale ed effimera, sulle “trattative” in corso, tenendo presente che più che a un mercato del pesce sembra di essere alla fiera delle vanità e delle occasioni perdute. Naturalmente, la maggioranza che regge il parlamentino non si ricandiderà, mentre la cordata che sta nascendo attorno a
“L’Alternativa” (di cui fanno parte 4 consiglieri comunali uscenti di minoranza) lavora per attrarre pezzi della società civile e ha già siglato un patto di ferro (ma il materiale potrebbe essere un altro) con il
Movimento “Cariati Riparte”, il quale ha proposto la candidatura a sindaco di uno dei suoi promotori:
Cataldo Santoro. Il Partito democratico sta sondando il terreno e ‒ crediamo ‒ abbia in serbo grosse novità che, per ora, non lascia trapelare. I socialisti, in perfetto stile “prima repubblica”, manovrano come l’opossum che si finge morto per scoraggiare il predatore e poi sferra l’attacco. Da non sottovalutare l’agguerrito gruppo de “Le Lampare”, un gruppo di ragazzi impegnati (gli unici, ad onor del vero) attivamente per la difesa dell’ambiente e su temi di qualità della vita. Poi ci sono i pensatori in libera uscita, gli squali che fagocitano e controllano sostanziosi pacchetti di voti, gli avvoltoi tibetani e gli opportunisti che fiutano sino all’ultimo il vento onde individuare il carro del probabile vincitore e salirvi a rotto di collo. Ecco come vanno le cose: segno evidente di una degenerazione morale, prima che teoretica, oltremodo indecente e irriverente nei confronti dei cittadini, le confuse persone che fanno “numero” solo nelle cabine elettorali. Ma consoliamoci: Abraham Lincoln diceva che si può ingannare una parte del popolo sempre, tutto il popolo per un certo periodo di tempo, ma non si può ingannare tutto il popolo sempre.