Ha avuto ottimo successo a livello di presenze, oltre che di rappresentanza territoriale, il sit-in informativo che si è svolto sabato 30 giugno nel piazzale dell’ex ospedale di Cariati. La “Rete dei Comitati in Difesa del Territorio e dei Diritti nel Basso Ionio”, nata tra Scala Coeli, Cariati, Rossano, Crucoli (tra le province di Cosenza e Crotone) ha centrato l’obiettivo di unità e partecipazione intorno a un grave pericolo: l’enorme ampliamento della discarica privata per rifiuti speciali situata nel territorio di Scala Coeli ma vicinissima a vari centri del circondario. Un problema di chiaro interesse collettivo, dal momento che sorge in un’oasi naturalistica ed agricola (la valle del fiume Nika), fra corsi d’acqua, colture biologiche, Dop e Igp e allevamenti di bovino podolico. Il paventato ampliamento, nella misura di 68 mila metri cubi, con capacità di abbanco di rifiuti per oltre un milione di metri cubi, può mettere a serio rischio la vivibilità dei luoghi, attività come il turismo e l’agricoltura, la stessa salute pubblica. Durante il sit-in, in cui è stato distribuito del materiale informativo, si sono succeduti vari interventi di analisi, di proposta e di denuncia.
CARIATI, GLI INTERVENTI
Coordinati da Assunta Scorpiniti del comitato Cariati Pulita: di Giuseppe Didonna e Mimmo Formaro del Movimento Le Lampare, di Nicodemo Bruno (comitato Crucoli), Flavio Stasi (Terra e Popolo e Rossano Pulita), Gianni De Renzo (comitato Scala Coeli), Nicola Abruzzese (Legambiente); del segretario regionale di Sinistra Italiana Angelo Broccolo; del deputato del M5S Paolo Parentela, presente con il consigliere comunale di Corigliano, Sapia; di Francesco Funaro (Rc), Cataldo Forciniti della CIA provinciale; del sindaco di Terravecchia Mauro Santoro; di Cataldo Lepera (Cariati Pulita), Giampasquale Trento (consigliere comunale Pd); di Gennaro Iemboli, agricoltore e attivista, intervenuto con un folto gruppo di colleghi coltivatori diretti di Scala Coeli e Crucoli. Presenti anche il sindaco di Mandatoriccio Angelo Donnici, consiglieri e assessori comunali di Cariati, Pietrapaola, Calopezzati; la locale Associazione Commercianti, esponenti di partiti politici, come il segretario provinciale di S.I. Lucrezia Bruno; rappresentanti di altre associazioni e cittadini cariatesi che, durante la mattinata, hanno affiancato promotori e attivisti. “Questo è un nuovo inizio” – dicono gli organizzatori in riferimento alle lotte degli anni passati che hanno bloccato l’apertura del primo impianto per quasi sei anni, fino al 2015 – “riprendiamo con maggiore determinazione, cercando di coinvolgere più persone possibile e mantenendoci in stretto contatto con altri comitati della Calabria, come quelli della Presila, che condividono le nostre stesse lotte e la nostra idea di territorio”.
ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE E RACCOLTA FIRME
Dal presidio di Cariati, è emerso un impegno definito di “resistenza civile”, senza divisioni e senza steccati, ma con l’unico intento di difendere il presente e il futuro di un territorio già depredato di strutture sanitarie, di mobilità e di giustizia. E una richiesta, al presidente Mario Oliverio, di intervenire al più presto rigettando la domanda di autorizzazione all’ampliamento, avanzata dall’azienda titolare dell’impianto, la Bieco s.r.l. e procedere alla bonifica dell’intera Valle del Nika. Una risposta negativa potrebbe determinare clamorose proteste. Intanto il presidio continua a Cariati con l’attività di sensibilizzazione e una raccolta firme, lunedì 3 luglio, sempre dalle ore 9.00, nel piazzale dell’ex ospedale. Altri sit-in, saranno, nelle prossime settimane, nei centri circostanti.