Ha senso andare. Ma ha ancora più senso ritornare. Alla propria terra! Parola del neo sindaco di
Campana, il trentottenne
Agostino Chiarelli che, dopo quattro anni a Milano e con esperienze anche in multinazionali ha deciso non soltanto di investire nella sua
Sila Greca ma anche di cimentarsi con l’impegno pubblico. Vincendo le ultime competizioni elettorali. Una sfida, quella per la guida di Campana, che resta positivamente tra nuove generazioni. Se si considera che a concorrere con Chiarelli era una trentunenne e che il sindaco uscente,
Pasquale Manfredi, ne ha 42 dopo due mandati consecutivi (eletto a 32). Insomma tutto si può dire tranne che questo piccolo centro (il quarto in provincia per boschi) sia un paese di e per vecchi. La passione c’è. E lo si capisce subito dall’entusiasmo del neo Primo Cittadino che ci ha raggiunto in redazione insieme al consigliere comunale delegato alle politiche territoriali
Pasquale Rovito. Chiarelli dice la sua su tutti gli argomenti toccati. A partire - dice - dall’unico sviluppo possibile per noi così come per il resto della Calabria: quello agricolo. I numeri parlano da soli: su 1800 abitanti circa, vi sono 100 aziende zootecniche. Il sindaco è ancora più chiaro: senza la zootecnia Campana sarebbe un paese morto. La trasformazione in loco delle produzioni è, però, il nostro obiettivo. Puntando sulla filiera alimentare. Insieme alla valorizzazione del sottobosco, funghi in primis con le settimane micologiche in autunno. E senza dimenticare la castagna, sulla cui sagra, ad ottobre, l’Amministrazione è già impegnata. Così com’è stata subito impegnata – ci confessa il sindaco – a pochi giorni dalla proclamazione per gestire e migliorare la fruibilità (traffico, parcheggi, approvvigionamento idrico e servizi igienici) della
551esima edizione della Fiera della Ronza, una delle più antiche d’Europa. Con un ringraziamento particolare alle polizie municipali di Cariati, Pietrapaola, Scala Coeli e Mandatoriccio per l’assistenza data – ribadisce Chiarelli – ad un evento territoriale e che cercheremo, a partire dall'edizione 2016, di far diventare regionale. Puntando, però, sull’autenticità e identità delle produzioni. A partire, simbolicamente, dal famoso caciocavallo che – ironizza con noi de L’Eco – a Campana non è affatto morto! Insieme al food ed ai turismi cammina l’attenzione sui marcatori identitari, come il misterioso megalite in località Incavallicata che, tra storie e leggende, ricorda e rievoca un grande elefante. Che va anzi tutto messo in sicurezza – chiarisce il sindaco pensando anche ad un anfiteatro che abbia l’
Elefante (di Annibale?) come scenografia naturale. Uno spettacolo a cielo aperto. Così come vogliamo riqualificare – aggiunge – il centro storico, oggi in stato di decadenza, trasformandolo progressivamente in un quartiere albergo per quanti cercano serenità e qualità della vita, a soli 30 km dal mare. Certo, nel frattempo ci occuperemo anche delle emergenze: quella delle vie di comunicazioni insufficienti (ci auguriamo di poter collegarci alla nuova strada per Longobucco), del dissesto idrogeologico causato dal disboscamento (pensiamo ad un consorzio boschivo con Bocchigliero e Longobucco) e quella del diritto alla salute: a Campana c’è soltanto una guardia medica – chiosa Chiarelli – e siamo tutti a rischio!