A scuola senz'acqua, al Polo Liceale di Rossano è l'ora della protesta
Gli studenti del plesso di via De Florio stamani in sit-in contro la carenza idrica che dura da settimane. Intanto il dirigente Perna condivide la protesta ma non sospende le lezioni: «Alla fine l'acqua arriva con le autobotti»
CORIGLIANO-ROSSANO – Ci sono battaglie che non hanno bisogno di grandi parole, perché bastano i fatti a gridare vergogna. Quella che stanno combattendo in queste ore gli studenti del Polo Liceale di Rossano è una di queste. Sono scesi in strada, davanti ai cancelli della loro scuola, per chiedere una cosa che dovrebbe essere scontata, naturale, elementare: l’acqua. E invece, in quella che è la seconda città della Calabria, l’acqua in una scuola superiore non c’è. O, meglio, c’è “a tratti”. Quando arriva l’autobotte. Quando non si svuota il serbatoio. Almeno, questo è quello ci raccontano (ad esempio stamattina – ipse dixit - alle 8 l’acqua all’istituto c’era senza che l’autobotte comunale fosse venuta a fare rifornimento!).
Eppure parliamo di un istituto che ospita centinaia di ragazzi ogni giorno, giovani che frequentano il liceo scientifico, linguistico e artistico. Centinaia di studenti che si lavano le mani, che non possono andare in bagno, che sopportano un odore stagnante nei corridoi e che ogni mattina devono sperare che le autobotti del Comune facciano in tempo a rifornire i serbatoi prima dell’inizio delle lezioni. Nel 2025. In una scuola italiana.
«L’acqua finisce alle 11»
Le loro testimonianze raccontano più di mille relazioni tecniche. «Alle otto e cinque entriamo e non c’è acqua», dice Fabiola, una delle rappresentanti d’istituto. «Verso le undici il rifornimento finisce e restiamo senza».
È da oltre un mese che va avanti così. E, stando a quanto raccontano, nonostante le segnalazioni, le richieste di intervento, le lettere e i tentativi di dialogo con il Comune e con la Provincia (che è proprietaria dell’edificio), nessuno ha risposto. Nessuno.
Così i ragazzi hanno deciso di dire basta, di sedersi davanti ai cancelli e protestare. Non per un capriccio, ma per un diritto. Non per saltare la scuola, ma per difenderla.
La voce di chi studia e quella di chi governa
Il dirigente scolastico, Alfonso Perna, nuovo alla guida dell’istituto, ha detto di comprendere il disagio e di condividere le ragioni degli studenti. Ma alla domanda se non fosse il caso di sospendere le lezioni, come prevede la legge in caso di pericolo igienico-sanitario, ha risposto che non ne ravvisa la necessità, «perché l’acqua, in fondo, arriva con le autobotti».
È qui che casca l’asino. Perché se in una scuola dove serve un’autobotte per far arrivare l’acqua è esposta a rischi sanitari. E la normativa è chiara: in caso di emergenze igienico-sanitarie, il dirigente può (e deve) sospendere le lezioni fino al ripristino delle condizioni minime di sicurezza e igiene.
La verità è che quella del Polo Liceale non è una questione isolata. La crisi idrica a Corigliano-Rossano è diventata una piaga strutturale. Interi quartieri restano senz’acqua per ore, giorni, settimane. Le condotte Sorical sono vecchie, le reti comunali si rompono, gli interventi si susseguono. Da sempre. Ma nel frattempo la vita quotidiana — e la scuola — non si possono fermare. Allora, considerato che è una situazione non nuova, non è che per caso questo istituto – che da quest’anno ha inglobato anche gli alunni di tutto il liceo artistico – è troppo “affollato” e le risorse idriche non sono equilibrate?
Intanto, gli studenti non si fermano. E hanno annunciato che andranno avanti “ad oltranza”, finché qualcuno non darà risposte concrete. E hanno ragione: non si può studiare senz’acqua. Non si può insegnare senz’acqua. Non si può fingere che vada tutto bene.