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Porto a secco o discarica a cielo aperto? Schiavonea fa i conti con il degrado

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CORIGLIANO-ROSSANO -  Doveva essere un’opera utile e simbolica, pensata per valorizzare il cuore marinaro di Schiavonea e offrire un approdo sicuro ai piccoli pescherecci locali. Invece, il cosiddetto porto a secco, progettato nel 2014 con un investimento iniziale di ben oltre 100.000 euro, oggi è un’opera incompiuta e malridotta, ben lontana dagli obiettivi dichiarati.

Situata in una zona centralissima e storica, a pochi passi dalla Madonnina che guarda il mare, la struttura avrebbe dovuto contrastare l’occupazione abusiva dell’arenile, offrendo un rifugio per le imbarcazioni e preservando i caratteristici gozzi. Ma oggi, come documentano le immagini e le segnalazioni dei cittadini, quella che doveva essere una struttura funzionale è diventata un ricettacolo di rifiuti, vetri rotti e bivacchi, in un’area frequentata anche da bambini.

«Siamo nauseati da come è ridotta questa struttura. In alcuni punti ci sono crepe visibili, pericolose per chi passa di lì, soprattutto per i più piccoli», denuncia un residente.

Nonostante l’impegno degli addetti preposti alla pulizia dell'area, è una lotta continua: appena si interviene per ripulire, qualcuno torna subito a sporcare.

Tra nomadi che si accampano abusivamente e sporcaccioni locali che trattano l’area come una discarica, la situazione peggiora ogni giorno. Le barche abbandonate, che dovevano essere ricoveri protetti per i gozzi tradizionali, sono piene di immondizia e vetri rotti, veri e propri simboli del degrado.

La totale assenza di manutenzione ed i controlli saltuari  aggravano ulteriormente un contesto già critico. Il risultato? Un’opera pubblica costosa, abbandonata e pericolosa, simbolo di un'occasione mancata per un territorio che meriterebbe ben altro.

«È una zona centrale, a due passi dalla Madonnina. Eppure sembra dimenticata da tutti. I camper la occupano abusivamente, non si riesce nemmeno a passare» aggiunge un altro cittadino.

«Ogni giorno troviamo vetri rotti, rifiuti ovunque. È pericoloso per chiunque ci passi, specialmente per i bambini,», continua una residente esasperata.

«Abbiamo pubblicato decine di foto sui social per denunciare la situazione, ma finora nessuna risposta concreta dalle istituzioni».

I reportage fotografici che circolano online mostrano assi divelte, imbarcazioni danneggiate e piene di immondizia, camper parcheggiati in modo selvaggio, materiali pericolosi lasciati all’aperto. Tutto questo in un’area che avrebbe dovuto rappresentare l’identità marittima della comunità.

«Non solo non serve a nulla nei mesi invernali, ma d’estate diventa un pugno nell’occhio per turisti e residenti» conclude amaramente un altro abitante del quartiere.

La mancanza di visione, manutenzione e gestione ha trasformato un’idea ambiziosa in un simbolo di degrado urbano e spreco di denaro pubblico. I cittadini chiedono interventi urgenti, sia per ripristinare la sicurezza dell’area che per salvare quel poco che resta di un progetto nato con buone intenzioni e naufragato nell’abbandono.

Matteo Monte
Autore: Matteo Monte

Avvocato e giornalista. Da sempre appassionato di comunicazione, tra radio, televisione e carta stampata. La Provincia Cosentina, Il Piccolo, Calabria Ora, il Quotidiano del Sud, le esperienze sulla carta stampata. In tv conduttore ed ideatore per Telelibera Cassano di diverse trasmissioni sportive e non solo, Maracanà su tutte. Le passioni, la musica di Rino Gaetano, la Lazio, l'analisi tattica nel calcio ed i racconti di Jeffery Deaver.