Ospedale della Sibaritide, la corsa contro il tempo si scontra (ancora) con il nodo dei sottoservizi: chi li realizzerà?
Anche la nuova ordinanza di commissariamento per l’attuazione dei nuovi ospedali non chiarisce a fondo la vicenda. La più insidiosa corsa contro il tempo è quella contro la burocrazia e le competenze sovrapposte

CORIGLIANO-ROSSANO - I commissariamenti, strumenti tanto potenti quanto delicati, si muovono spesso tra l'efficacia della "falce" e la precisione del "fioretto". Nel caso della sanità calabrese, e in particolare del nuovo Ospedale della Sibaritide, questa dicotomia emerge con forza.
Mentre la struttura ospedaliera cresce a ritmo serrato, con una realizzazione prevista entro un anno e mezzo e lavori che ormai sfiorano il 50% di avanzamento, rimane un cono d'ombra sul quale nessuno ancora ha cercato di fare luce: i sottoservizi. Sappiamo che è insediato in Regione un tavolo permanente proprio per affrontare e superare quello che - a conti fatti - è il problema dei problemi (ancora più problematico della carenza di personale sanitario) ma di risposte concrete, almeno fino ad oggi, non se ne sono viste.
Un'oasi ospedaliera nel deserto urbanistico
L'Ospedale della Sibaritide sta sorgendo a Insiti, cuore geografico della nuova città di Corigliano-Rossano e, più in generale, della Sibaritide. Dovrebbe essere, per antonomasia, l'anima nevralgica della nuova città e del territorio ma nonostante ciò continua a rimanere, anche negli strumenti urbanistici, un'area a quasi totale vocazione agricola.
Sebbene una variante al Piano regolatore dell'allora Comune di Corigliano e successivamente nel Piano Strutturale Associato (PSA) della Sibaritide, abbia permesso la costruzione dell'ospedale, il contesto circostante, fuori dal perimetro delle mura ospedaliere, rimane sotto-urbanizzato, privo di infrastrutture essenziali come condotte idriche, collettamenti fognari, reti viarie adeguate e illuminazione. Insomma, un "miracolo" ospedaliero, un'eccellenza della sanità calabrese che sta sorgendo nel bel mezzo di una "terra di nessuno", dove ogni ulteriore sviluppo è bloccato almeno fino quando non interverrà una modifica dello strumento urbanistico.
I pieni poteri del Commissario Occhiuto
Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria e Commissario per la Sanità, di recente ha assunto anche il criticatissimo ruolo di Commissario per la realizzazione degli ospedali. Un accentramento di poteri che ha fatto storcere più di qualche muso tra i suoi avversari (dentro e fuori la maggioranza di governo) ma probabilmente necessario se si vuole dare una svolta alle mille, ataviche e insuperabili carenze della nostra regione e particolarmente della Calabria del nord-est.
Ora la domanda è: il suo raggio d'azione di competenze si estende anche alla realizzazione dei sottoservizi? Dalla cittadella, nei giorni scorsi, avevano rassicurato che questa nuova "investitura" di commissario per la realizzazione degli ospedali sarebbe servita anche a superare questo problema. Rimangono, però, dei dubbi. La depurazione delle acque reflue, ad esempio, è materia disciplinata dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Testo Unico Ambientale) e di competenza del Commissario Straordinario Unico per la Depurazione.
L'ordinanza 1133/2025 deroga a molteplici normative e responsabilità, ma non chiarisce esplicitamente se ciò include anche i poteri del Commissario alla Depurazione, il quale a sua volta opera in deroga agli strumenti di programmazione comunali. Insomma, un intricato labirinto di competenze e deroghe che rischia di far finire la vicenda degli ospedali in un vero e proprio cul-de-sac.
Interrogativi che attendono risposte
Ci sono tre domande su tutte che si installano nella grande discussione attorno all'ospedale e che attendono risposte, quanto più possibili chiare. La prima, a questo punto, chi si farà carico dei sottoservizi? Il Commissario per gli Ospedali o il Commissario per la Depurazione? Chi amplierà o raddoppierà il depuratore di località Boscarello, dove dovranno confluire i reflui dell'ospedale?
La seconda, chi pagherà il conto? I costi di realizzazione delle opere di urbanizzazione saranno a carico della Regione o dello Stato o, in ultima ratio, del Concessionario che sta realizzando l'opera ospedaliera?
La terza è sulla variabile tempo. I tempi di realizzazione dei sottoservizi sono compatibili con la consegna dell'ospedale, prevista tra poco più di 500 giorni (come da cronoprogramma)? E questi giorni, saranno sufficienti per costruire 4 km di condotta fognaria (lungo tracciato stradale), potenziare il depuratore di Boscarello (che dovrà quantomeno essere raddoppiato), garantire l'approvvigionamento idrico e creare un accesso viario funzionale, rispettando le normative in materia di appalti pubblici?
L'Ospedale della Sibaritide, simbolo di rinascita sanitaria, rischia di inciampare proprio sul traguardo. La corsa contro il tempo non è solo quella dei cantieri, ma anche quella, forse più insidiosa, della burocrazia e delle competenze sovrapposte. Servono risposte chiare e azioni rapide, per evitare che un'opera strategica si trasformi in un monumento all'incompiuto. Anche se molte risposte bisognerebbe andarle a cercare a ritroso nel tempo, nei decenni passati, quando questo ospedale fu ideato e pensato praticamente nel nulla. Stasera a Corigliano centro storico arriva Enrico Ruggeri e nel frattempo cantiamo "Mistero"!