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Nuova Statale 106 si rischia il paradosso: un terra che anela lavoro non avrebbe lavoratori

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CORIGLIANO-ROSSANO - Forse abbiamo un problema. Forse! La Sibaritide sembra essere impreparata alla sfida occupazionale che chiederà la realizzazione della nuova Statale 106. L'avvio dei lavori, salutato dea tutti (politica in primis) come una svolta per la Calabria, potrebbe scontrarsi con una preoccupante carenza di personale qualificato locale. Qui, alle latitudini del nord-est, dove si "fame atavica di lavoro" non ci sarebbero operai specializzati. Perché oggi serve una qualifica per tutto! 

Di questo ne parleremo stasera durante l'Eco in Diretta, il talk live della nostra testata, insieme a Fracesco Sapia (Movimento Schierarsi), Andrea Ferrone (segretario generale comprensoriale della Cgil) e a Francesco Beraldi (presidente di Federimprese Calabria Claai) che interagiranno con il direttore dell'Eco dello Jonio, Marco Lefosse, in diretta streaming a partire dalle ore 21.

Nel frattempo, però, proprio alcuni sindacati, lamentano che la tanto attesa partenza dei lavori per ammodernare nuovi tratti della Strada Statale 106, vitale arteria per la Calabria, rischia di trasformarsi in un’occasione mancata se non si interviene con tempestività su alcune criticità fondamentali. A lanciare l’allarme era stata già nei giorni scorsi Mariaelena Senese, Segretaria generale della Uil Calabria, che in una nota aveva evidenziato le problematiche che potrebbero seriamente compromettere la realizzazione nei tempi previsti di quest’opera strategica. «Oggi il problema - aveva detto - non è solo l’avvio dei lavori, ma la capacità di portarli avanti nei tempi previsti».

Le sfide principali, secondo la sindacalista, si concentrano sulla carenza di manodopera qualificata, ingegneri e tecnici, unita a una crescente emergenza nell’approvvigionamento delle materie prime.

Da qui la necessità impellente di investire nella formazione professionale, sfruttando appieno il sistema della bilateralità, per colmare il vuoto di competenze che rischia di paralizzare i cantieri.

Il paradosso, quindi, è che un territorio da sempre in cerca di opportunità occupazionali potrebbe trovarsi impreparato proprio nel momento di una potenziale svolta infrastrutturale. Molti giovani calabresi specializzati tendono a emigrare, mentre i percorsi formativi locali spesso non collimano con le reali esigenze del mercato del lavoro, con il concreto rischio di dover ricorrere a lavoratori provenienti da fuori regione per realizzare un’infrastruttura cruciale per il territorio stesso.

Un altro nodo cruciale sollevato da Senese riguarda l’approvvigionamento dei materiali. La segretaria generale della Uil Calabria chiede con forza alla Regione un piano cave aggiornato per evitare che i cantieri si fermino per la mancanza di inerti indispensabili. «Bisogna accelerare i procedimenti di autorizzazione di nuove cave o di ampliamento di quelle esistenti, in particolare lungo l’asse Catanzaro – Crotone – Corigliano Rossano perché non possiamo parlare di cantierizzazione se mancano i materiali per costruire». Il nuovo piano cave, secondo la Uil, dovrà necessariamente considerare le quantità e la qualità dei materiali inerti necessari per il completamento della Statale 106 da Rossano a Reggio Calabria, in una prospettiva di medio-lungo periodo. Questo, però, almeno per la Sibari-Corigliano-Rossano potrebbe essere un non problema, considerato che - così come sperimentato già con la Sibari-Roseto in costruzione, molto del materiale inerte per la produzione del cemento, in primis, arriva sul territorio via mare, attraverso il porto di Corigliano-Rossano, che in questi mesi sta lavorando (quasi esclusivamente) proprio per il terzo megalotto. Inoltre, al netto della galleria di Rossano, non ci sarebbe nemmeno grandissima esigenza di smaltire molto smarino.

Ad oggi, quindi, il problema resta quello occupazionale. Sarà davvero così?

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.