Docenti precari: «Stanchi di promesse non mantenute». Domani la protesta anche in Calabria
Nel mirino le scelte del Ministro Valditara che «procede con nuovi concorsi senza prima garantire l’accesso alla graduatoria da parte degli idonei non vincitori e lo scorrimento delle graduatorie esistenti»

CATANZARO – La strada da percorrere per diventare docente di ruolo si è trasformata in un percorso tortuoso ed «economicamente insostenibile», ma non solo. Quella che in passato veniva ritenuta una delle professioni più stabili, oggi fa rima sempre di più con precariato, una condizione lavorativa di incertezza che si ripercuote pesantemente sulla vita di migliaia di persone (inclusi gli studenti).
Lavorare pochi mesi all'anno, spostati da una classe all'altra, da una scuola all'altra, da una città all'altra, pronti a rincorrere qualche ora di supplenza in capo al mondo. E per avere l'abilitazione la sola laurea non basta; bisogna avere quei determinati Cfu, e quel corso specifico, partecipare al concorso e tutto, naturalmente, ha un costo. Praticamente... «quanto sei disposto a spendere, per poi un domani (non meglio definito) avere un lavoro a tempo indeterminato?».
Una condizione in cui si ritrovano migliaia di insegnanti in tutta Italia che chiedono a gran voce che «venga messo in discussione l’intero sistema di reclutamento e abilitazione, che oggi impone costi elevatissimi a carico dei docenti precari».
A questa richiesta, più che legittima, farà seguito una mobilitazione che si terrà domani, venerdì 14 marzo, sotto gli Uffici Scolastici Regionali di decine di città di tutta Italia. A questo appuntamento non mancheranno anche i docenti calabresi, che si incontreranno a Catanzaro sul lungomare Pugliese dalle ore 10:00, per la manifestazione regionale.
Nel mirino della protesta le scelte del Ministro Valditara che «procede con nuovi concorsi senza prima garantire l’accesso alla graduatoria da parte degli idonei non vincitori e lo scorrimento delle graduatorie esistenti». La manifestazione, infatti, è stata convocata dai gruppi Idonei Pnrr 1, Idonei 2020 e dal movimento Educazione Senza Prezzo (ESP) per denunciare «un sistema di precariato strutturale e di concorsi discriminatori e feroci, che ledono la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola».
I docenti precari che scenderanno in piazza domani, affermano inoltre che gli è stata «negata la possibilità di visionare le graduatorie dello stesso concorso scolastico, ma anche l’utilizzo delle graduatorie di merito a scorrimento».
L’obiettivo della protesta resta quello di ottenere l’immissione in ruolo. «Siamo stanchi di promesse non mantenute. Vogliamo ottenere un piano di reclutamento che risponda alle legittime aspettative di coloro che hanno dimostrato, attraverso il superamento delle prove concorsuali, di possedere i requisiti per l’immissione in ruolo» tuonano.
L'istituzione di un nuovo concorso, con le stesse modalità del precedente, suona come una beffa nei loro confronti; ed è qui che la domanda nasce spontanea: «Perché fare un nuovo concorso e non tenere in considerazione gli idonei già presenti in graduatoria? Un sistema che fa acqua da tutte le parti e che non fa che aumentare il precariato» concludono con amarezza.