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Area Bruzia, Crotonese e Metapontino corrono: il nord-est della Calabria resta a guardare

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CORIGLIANO-ROSSANO – La Calabria del nord-est sempre più circondata dall’intraprendenza dei territori limitrofi e confinanti che, prima o poi, lasceranno la Sibaritide-Pollino inevitabilmente sola a leccarsi le ferite.

E infatti, se il fianco bruzio, da sempre politicamente dominante, oggi punta tutto sulla formazione e ricerca (l’Università della Calabria è ormai uno degli Atenei più importanti d’Europa), chi sta più a nord o più a sud sicuramente non resta fermo. Tutti, insomma, mettono in pratica la teoria della sopravvivenza o, per capirci meglio, quella che Aldo, Giovanni e Giacomo spiegarono con il celebre esempio della gazzella che, per sopravvivere, ogni mattina si sveglia sapendo che, se vuole vivere, deve correre più del leone. Tutti lo hanno capito tranne chi vive (e governa) nel territorio del nord-est.

Nei giorni scorsi dicevamo come Crotone negli ultimi mesi stia puntando tutto sulla logistica portuale industriale, con l’obiettivo di rendere uno scalo marittimo a bassa potenzialità, quanto più appetibile sia per il mercato crocieristico sia per l’industria metalmeccanica, che nel comprensorio pitagorico si è ritrovata a sviluppare alla massima potenza il suo know-how. Da un lato, la Metal Carpenteria di Torromino, che nel giro di pochissimi mesi ha messo a terra quello che Nuova Pignone Baker Hughes avrebbe voluto fare nel porto di Corigliano-Rossano, diventando partner privilegiato del colosso industriale italo-americano per l’assemblaggio di manufatti industriali; dall’altro, sempre un’azienda privata, che potrebbe realizzare nell’area industriale di Crotone il primo deposito GNL dell’intero bacino jonico per il rifornimento, attraverso un pontile in mare, delle grandi navi da carico e da crociera.

Tutto questo a Crotone, a sud della Sibaritide-Pollino. E a nord? Anche in Basilicata ci si attrezza per rimanere competitivi e non morire. Sempre nei giorni scorsi, dopo aver parlato di un nuovo ritorno di fiamma della politica lucana e della società civile, sul rilancio dal piccolo aeroporto Mattei di Pisticci, affinché si provveda ad un prolungamento della pista e la si adegui al volo degli aerei civili, così da consentire anche alla Basilicata di avere un suo scalo aeroportuale, siamo venuti a conoscenza che nell’area industriale della valle del Basento è in piedi da qualche mese un progetto per la realizzazione di una piattaforma del freddo per la logistica alimentare. Un progetto studiato per garantire un servizio essenziale alla produzione agricola intensiva della pianura metapontina ma anche in supporto dell’area tarantina, del Salento jonico e, di riflesso, anche della Sibaritide. Che con il nuovo collegamento autostradale che arriverà fino a Sibari sarà connessa velocemente proprio alla piana lucana.

Un progetto che potrebbe ririvoluzionare l'agroalimentare nel bacino jonico

Non solo, la piattaforma del freddo nascerà sicuramente per rilanciare le potenzialità del porto di Taranto, che dopo la “epopea” industriale sta cercando di trovare una nuova vita (un po’ come Crotone ma con potenzialità molto più importanti), ma potrebbe essere anche un pretesto essenziale per convincere definitivamente la politica regionale lucana a investire il tutto e per tutto proprio sull’aeroporto Mattei. La nuova logistica per l’agroalimentare, infatti, dovrebbe nascere a ridosso dello scalo.

Per come ci ha svelato Salvatore Veltri di Jonica Airways, proprio la piattaforma del freddo ha dato un importante accelerazione alla pista mattei. «Si sta predisponendo uno studio di fattibilità – dice - per dotare subito la struttura aeroportuale di piccoli aerei passeggeri (massimo 20 posti) nella fase iniziale con rotte a corto raggio. Poi – spiega – una volta nata la piattaforma logistica del freddo, che sarà collegata alla linea ferroviaria con Metaponto (il progetto è stato già approvato e finanziato, ndr), sarà sviluppato un secondo upgrade per l’attività Cargo. In quel caso sarà previsto l’allungamento della pista, la costruzione della torre di controllo e di conseguenza una volta che l’Aeroporto sarà dotato di tali infrastrutture diventerà l’Aeroporto della Basilicata con voli commerciali con aerei del tipo Boeing 737/800 oppure Airbus A220».

È con una visione chiara, insomma, che la Basilicata – e questo lo aveva messo in chiaro anche il Governatore Bardi non più tardi di un anno fa all’Eco dello Jonio – vuole raggiungere un obiettivo che se fino a qualche tempo fa era solo utopia oggi è concreto e reale: avere un aeroporto con una filosofia e una destinazione chiarissima.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.