Tra Rossano e Corigliano, la strada dimenticata della terza città della Calabria
Tra buche e oscurità, la provinciale 253 mette a rischio la sicurezza dei cittadini. Urgente un intervento per prevenire tragedie annunciate
CORIGLIANO-ROSSANO - Non solo Statale 106, a Corigliano-Rossano c'è anche l'altra centosei, la SP253 che ricongiunge le aree urbane della grande città jonica, che desta in condizioni drammatiche: una bolgia dantesca. La provinciale (che poi solo provinciale non è) è ormai il simbolo, l'emblema della trascuratezza e del pericolo imminente. Dovrebbe fungere da seconda "via di fuga" dopo la jonica, un'arteria fondamentale per la mobilità urbana e interurbana, ma la sua attuale condizione è tutt'altro che adeguata.
Inadeguata, non solo perché la due-cinque-tre fu concepita su un tracciato angusto, largo poco più di cinque metri, senza corsie d'emergenza, ma anche soprattutto perché il suo percorso, dalla sua realizzazione non è mai stato adeguato all'evolversi dei tempi e delle esigenze della mobilità. Le sue curve cieche e gli infiniti svincoli a raso ne fanno un percorso a dir poco insidioso.
Questa condizione, già di per sé precaria, si aggrava ancor di più a causa del manto stradale ormai usurato dagli anni e dei rattoppi che non riescono a mascherare le cicatrici del tempo e delle intemperie. Gli ultimi eventi atmosferici, con piogge consistenti, insieme alle escursioni termiche hanno sferrato il colpo di grazia. Nella zona di contrada Piragineti, la situazione raggiunge il suo apice: l'asfalto è un lontano ricordo e l'illuminazione pubblica è inesistente.
Sembra quasi che si attenda una tragedia per smuovere l'inerzia di chi dovrebbe intervenire (non si capisce se la competenza sia prettamente provinciale o parzialmente comunale) e non lo fa. E questo indigna. Perché nel contesto di un dibattito politico monopolizzato dalle emergenze, da destra a sinistra, dentro e fuori dal comune, si fa fatica a comprendere come possa sfuggire all'attenzione generale una simile realtà. Una realtà che grida vendetta, palesando la necessità di interventi urgenti e risolutivi.
Il silenzio attorno a questa situazione è assordante, mentre i cittadini percorrono quotidianamente un tragitto che si trasforma in un'incognita; lungo una strada che - è doveroso ricordarlo - è uno dei punti accesso principali del territorio all'unico punto nascita che gravita nel raggio di 50 km. Ogni curva cieca, ogni assenza di asfalto potrebbe celare un destino fatale. Quanto tempo passerà prima che le promesse di intervento si trasformino in opere concrete? In una comunità in cerca di sicurezza e modernità, questa risposta - insieme a tantissime altre - non può più attendere.