È tempo che anche Corigliano-Rossano si doti delle sue farmacie comunali
La terza città della Calabria conta ad oggi 22 punti di accesso all'acquisto dei medicinali, rispetto alla media regionale di capillarità ne mancano 12. La proposta di Costantino Baffa: «Il Comune programmi l'insediamento di almeno due farmacie civiche»
CORIGLIANO-ROSSANO – Se l’assistenza sanitaria langue alle latitudini della Calabria del nord-est, a Corigliano-Rossano, cuore pulsante della Sibaritide-Pollino, sembrano essere in affanno anche le farmacie. E questo se si considerano i numeri, i dati e i limiti di legge che spesso – poi – hanno tutt’altra storia rispetto alla realtà. Di fatto, alla terza città della Calabria mancherebbe all’appello un numero di farmacie che varia da un minimo di 2 ad un massimo di 12.
Numeri, questi, che andremo subito ad analizzare. E in questo contesto si fa spazio anche la proposta di istituire nuove farmacie comunali, per un’accessibilità più equa e solidale alle cure da parte delle persone in difficoltà, emersa nel corso dell’ultimo Consiglio comunale. A parlarne è stato il Consigliere di maggioranza Costantino Baffa, sottolineando l’esigenza, da parte di una città così grande e complessa di dotarsi di uno strumento di erogazione di servizi e presidi medici interamente controllato dal Comune.
Il decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, stabilisce un quorum minimo di 3.300 abitanti per l'apertura di una nuova farmacia. Un parametro inferiore ai precedenti, ma che, applicato alla realtà calabrese, evidenzia ancora significative lacune nell'accesso ai servizi farmaceutici. A livello regionale, considerando i dati Federfarma (comprensivi di dispensari stagionali e succursali) e Assofarm (popolazione residente al 31/12/2022 - fonte ISTAT), il rapporto è di una farmacia ogni 2.269 abitanti su una popolazione totale di 1.846.610 e questo ci restituisce un quadro di capillarità dei servizi farmaceutici abbastanza soddisfacente.
Un dato di gran lunga migliorato rispetto al passato che pone la Calabria al secondo posto, dietro solo al Molise, come regione con maggiore capillarità del servizio farmaceutico. Ma non è una capillarità estesa omogeneamente su tutto il territorio regionale. Le aree periferiche continuano a rimanere quelle con maggiore sofferenza.
Nel comune di Corigliano-Rossano, con le sue 22 farmacie (tutte private) e una popolazione censita di 79.400 persone (anagrafica comunale 2023), il rapporto è di una farmacia ogni 3.609 abitanti. Questo significa che, applicando il quorum nazionale (1/3.300), mancherebbero all’appello due farmacie; ma se si considerasse il quorum regionale più favorevole (1/2.269), il deficit salirebbe a ben 12 farmacie dal momento che ne servirebbero addirittura 34.
Insomma, il Comune di Corigliano-Rossano, che sia per 2 o addirittura 12 nuove farmacie, dovrà ricorrere per forza di cosa agli strumenti di pianificazione per assegnare le nuove postazioni.
Proprio in questo contesto si inserisce la proposta del Consigliere comunale Costantino Baffa, che ha sollevato la questione durante l’ultimo consiglio comunale. Baffa ha avanzato la proposta di istituire almeno due farmacie comunali a Corigliano-Rossano, una per ogni area urbana della grande città jonica.
L’idea delle farmacie comunali non è semplicemente un’ipotesi di gestione alternativa, ma si configura come una soluzione che potrebbe offrire diversi vantaggi. Oltre a migliorare l’accessibilità ai servizi farmaceutici, contribuirebbe a rafforzare il presidio sanitario sul territorio, garantendo un punto di riferimento costante e accessibile a tutta la popolazione, soprattutto per i soggetti fragili, come gli anziani e i malati. Le farmacie comunali possono divenire veri e propri “presidi socio-sanitari e centri di servizi sanitari”, offrendo un’assistenza immediata, a differenza degli ambulatori medici con orari prestabiliti e dei pronto soccorsi ospedalieri con lunghi tempi d'attesa.
Ma il beneficio non si limita all'aspetto sanitario. Le farmacie comunali, a differenza di quelle private, generano ricchezza pubblica. Gli introiti derivanti dalla gestione verrebbero reinvestiti nel comune, migliorando servizi come le infrastrutture, la cultura e il welfare. Questa “farmacia sociale” diventa un motore di sviluppo territoriale, un investimento diretto nel benessere della comunità.
La proposta di Baffa apre quindi un dibattito cruciale. La carenza di farmacie nella terza città della Calabria è una questione che forse non genera un vero e proprio disagio strutturale alla comunità ma sicuramente pone il problema della funzione sociale della farmacia comunale. Atteso in Calabria ne sono operative soltanto 2 su un totale di 812 punti farmaceutici per una percentuale dello 0,24% contro una media nazionale dell’8,4%. Resta ora da capire se l'amministrazione comunale accoglierà la proposta e come intende affrontare questa sfida che, ribadiamo, è sociale ancor prima che sanitaria.