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Il degrado e la vergogna, condizioni shock nelle Terme di Spezzano

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SPEZZANO ALBANESE - Un luogo tetro, abbandonato a sé stesso, fuori dal mondo e, ormai, simbolo di decadenza del patrimonio pubblico. È impressionante l’istantanea odierna del complesso delle Terme di Spezzano Albanese, una situazione che cristallizza una realtà fuori dal mondo dove lo sperpero di denaro pubblico e la totale assenza di consapevolezza e tutela del patrimonio regnano sovrane. Lasciate in preda al loro destino ormai da anni, quel luogo non è solo pericolante e pericoloso, ma al suo interno si continuano a consumare abusi nel totale silenzio delle istituzioni. In quel luogo c’è una fonte mineraria che andrebbe sotto controllo e tutelata, ma soprattutto in quel complesso – così come mostrano immagini eloquenti - rimangono inspiegabilmente faldoni di documenti, ammassati, che potrebbero contenere migliaia di dati sensibili di cui nessuno si cura.

A denunciare questo stato di cose e a ritornare “a bomba” sulla questione, di recente, è stato il gruppo consiliare di opposizione Il Coraggio di Cambiare che tramite una nota social ha denunciato il perdurare di questa situazione di stallo e degrado, aggiungendo un importante tassello alla vicenda: «Il Comune – dichiarano - ha pagato 11.110 euro per lavori di sfalcio e pulizia dell’area circostante gli edifici del centro termale. Confrontando le immagini di maggio e ottobre di quest’anno, non vediamo però nessun miglioramento delle condizioni delle nostre terme. Le immagini di ottobre non lasciano spazio ad alcun dubbio: la situazione è addirittura peggiorata. Sporcizia, devastazione e degrado sono aumentati, sia all’esterno che all’interno degli edifici». Una situazione sulla quale la minoranza ha manifestato l’urgenza di ottenere risposte per capire come siano stati effettivamente spesi i soldi dei cittadini.

Da quanto si evince dalla fattura i lavori sarebbero stati eseguiti nel periodo compreso tra il 27 agosto (data della determinazione) e il 25 settembre (data di emissione della fattura). Di fatto, però, dell’opera di mantenimento e ripristino non ci sarebbe traccia. Una situazione sulla quale la minoranza ha manifestato l’urgenza di ottenere risposte per capire come siano stati effettivamente spesi i soldi dei cittadini.

Di chi, allora, le responsabilità, sulle quali oggi potrebbero gravare persino una serie di reati che vanno dalla mancata tutela del patrimonio minerario e del patrimonio immobiliare pubblico per finire alla mancata tutela della privacy?

Lo stato di degrado in cui versa la struttura delle Terme di Spezzano Albanese è cosa ormai tristemente nota. La storia del complesso termale del centro arbëreshë inizia con la concessione mineraria "Sorgenti Piro" accordata ai privati Piro Vincenzo, Rocco, Giovanni, e Francesco Giuseppe nel 1933 per una durata di 90 anni. Nel 1960, l’area della concessione fu ampliata e i titolari aggiornati. Nel 1981, la concessione fu trasferita a S.M.A.S.A.T., e successivamente, nel 1989, alla Terme di Spezzano S.p.A., divenuta OASIS S.p.A. nel 1997.

Dopo il fallimento di OASIS S.p.A. nel 1998, il complesso delle terme fu acquistato dal Comune di Spezzano Albanese nel 2004. Nel 2006, la gestione passò a Calabria Terme e Salute S.r.l. per 25 anni, ma nel 2020 il contratto fu risolto dopo una sentenza della Corte d'Appello di Catanzaro. Nel 2022, alla luce delle sentenze e della disponibilità di Calabria Terme e Salute S.r.l., la concessione mineraria "Ampliamento Sorgenti Piro" è stata trasferita nuovamente al Comune di Spezzano Albanese. Il comune si è impegnato a rispettare le normative e i termini stabiliti sin dal 1933, garantendo la gestione e il regolare sfruttamento dell'area.

Ma dell’assolvimento di questo impegno, assunto dal Comune e sul quale avrebbe dovuto vigiliare la Regione Calabria, non c’è traccia. Anzi, il vandalismo e l’abbandono regnano sovrani. L’ente comunale, con l’evidente assenso della Regione che si è totalmente disinteressata della struttura, non si è occupato di manutenere e rilanciare il complesso termale, il quale – invece - continua a versare in condizioni di allarmante degrado.

Proprio qualche mese fa raccoglievamo la testimonianza-denuncia di una cittadina del comune arbëreshë tornata a vivere nel paese d’origine (leggi qui). Claudia ci raccontò di come, fino a qualche anno fa, la struttura rappresentasse una risorsa per la Calabria e il sud Italia, «ma a causa di politiche scellerate – ci disse - questo patrimonio è andato perso. Purtroppo l'intero paese sapeva che da cinque anni il complesso era chiuso ma, pagando annualmente un servizio di vigilanza e 20.000 euro per la pulizia dell'area, nessuno avrebbe mai potuto immaginare il reale stato di fatto».

Da allora sono passati altri mesi e tutto rimane inesorabilmente fermo. La storia triste delle Terme di Spezzano continua a suscitare clamore e sdegno, soprattutto perché quella struttura è oggetto di reiterate promesse da parte degli organi istituzionali e politici della cittadina termale che, però, sembrano di fatto disinteressarsene. Eppure, parliamo di una struttura florida, da un potenziale inestimabile, che per anni ha rappresentato la fonte di reddito per numerose famiglie della Valle del Crati. Vederla nello stato in cui è ridotta è una mortificazione per il territorio del nord-est e una vergogna per la Calabria tutta.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.