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Sibari-Co-Ro: «Non siamo contro l'opera ma vogliamo una strada sicura e funzionale»

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CORIGLIANO-ROSSANO – Si continua a parlare di nuova strada e di una mobilità europea che raggiunga – finalmente – anche Corigliano-Rossano. Il punto focale della questione continua a rimanere la Statale 106; il suo drammatico bilancio di vittime; la sua cervellotica conformazione che l’ha portata ad avere in appena 50 anni ben 112 svincoli tra Sibari e Rossano, di cui molti a raso, invisibili, pericolosissimi e mortali; la sua prospettiva sulla quale viaggiano tutte le mire di sviluppo di questo territorio. Nei giorni scorsi abbiamo snocciolato nel dettaglio i termini del ricorso che 37 tra cittadini e imprese del territorio hanno presentato al Presidente della Repubblica per opporsi al progetto di ammodernamento presentato da Anas e completato nel suo iter del Piano di Fattibilità Tecnico-Economica.

Oggi, grazie ad una lettera – che riceviamo e pubblichiamo – conosciamo anche le motivazioni che hanno spinto quei 37 ricorrenti ad opporsi al progetto, che sono «è vero soggetti interessati all’esproprio, ma – scrivono - sono altresì portavoce di un interesse comune alla cittadinanza che vuole un’opera sicuramente necessaria ma che si inserisca nel territorio in piena sicurezza e funzionalità».

Gli scriventi concordano assolutamente sulla necessità di avere a disposizione una nuova S.S.106 per rendere meno isolata la costa jonica, incentivare il turismo e il trasporto delle persone e delle merci  in condizioni di maggiore sicurezza.A proposito di sicurezza ricordiamo che la Protezione Civile sconsiglia i sottopassi in quanto già per quelli esistenti in loco è costretta ad intervenire anche in caso di deboli piogge per porre in salvo automobilisti in panne. Immaginiamo tali situazioni in un tunnel lungo circa 2 Km. Analogamente per il viadotto urbano di Corigliano Scalo immaginiamo cosa potrebbe succedere se un mezzo pesante carico dovesse scavalcare le barriere e precipitare sugli edifici adiacenti. Altro elemento che i ricorrenti preliminarmente evidenziano sul rischio di perdere le eventuali risorse pubbliche disponibili, è che le risorse devono comunque essere impiegate a beneficio della collettività limitando danni al territorio o peggio ancora opere incompiute.

Il tracciato proposto dall’ANAS, così come evidenziato nel ricorso amministrativo presentato al Presidente della Repubblica, presenta diversi vizi e carenze sotto il profilo procedimentale, della sicurezza e dell’impatto sul territorio. Di seguito se ne elencano alcuni fra i tanti: Il nuovo tracciato non è previsto nel piano strutturale associato dei comuni di Corigliano-Rossano e degli altri comuni confinanti, a dimostrazione della superficialità con cui l’anas ha trattato un’opera di tale rilevante importanza. Questa è la finalità principale del ricorso: fare emergere la superficialità nella progettazione, nella valutazione dell’impatto ambientale ed economico al di là degli eventuali vizi di forma; Una strada di categoria B, a 4 corsie, non può attraversare i centri abitati di Corigliano Scalo e Rossano Scalo, in quanto non consentito dalle normative in vigore; La nuova arteria  stradale in questione ha la finalità di collegare tutti i centri della costa jonica da Sibari a Crotone evitando l’attraversamento degli abitati, e non, come sostenuto negli articoli pubblicati, quella di limitarsi al collegamento tra Rossano Scalo e Corigliano Scalo, per altro già assolto dalla vecchia S.S. 106 e dall’attuale S.S.106 radd.; Il tracciato proposto occuperebbe interamente la fascia di rispetto ferroviaria con risvolti negativi sia sulla sicurezza stradale che ferroviaria; Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha formulato numerose osservazioni e prescrizioni in relazione alle interferenze con le infrastrutture esistenti. Fra le tante ricordiamo l’interferenza con il canale principale del consorzio di bonifica che garantisce l’irrigazione di migliaia di ettari di agrumeti, e con il metanodotto principale della SNAM, che corre anch’esso parallelo alla ferrovia, che a sua volta prevede una fascia di rispetto di ulteriori 30 metri. Entrambe le importanti infrastrutture dovrebbero essere pertanto riposizionate con conseguenti ulteriori espropri e costosi lavori. Tutto ciò non è stato considerato dall’ ANAS.

Nella valutazione di impatto ambientale, sono stati illegittimamente minimizzati i termini dell’impatto relativo all’attraversamento dei centri urbani, che invece risultano di notevole entità. Infatti, la realizzazione di un viadotto urbano lungo 1,5 km per l’attraversamento di Corigliano Scalo, e la realizzazione di un tunnel per l’attraversamento di Rossano Scalo, lungo circa 2 km, non ha ricevuto alcun tipo di giustificazione sotto il profilo dell’impatto ambientale, dell’impatto del cantiere di lavoro sul tessuto urbano che potrebbe durare anni, e sotto il profilo dei costi.

A proposito dei costi di realizzazione dell’opera, l’assunto dell’ANAS che  sarebbero inferiori a quelli di realizzazione del tracciato a monte (megalotto 8) risulta assolutamente infondato, in quanto non è quantificato né il costo per gli espropri, di ben 1.100 ettari di agrumeti pregiati, che verrebbero attraversati da un rilevato stradale alto circa 8 metri, con notevoli danni anche all’ambiente circostante, non è quantificato il danno in termini di riduzione del fatturato del comparto agrumicolo , dell’indotto  e dei lavoratori impiegati, né tantomeno il maggiore costo relativo alla realizzazione di un viadotto urbano e di un tunnel urbano, sempre rispetto ai costi relativi della realizzazione del vecchio tracciato posizionato a monte della ferrovia. Ricordiamo che il tracciato a monte è l’unico approvato dai consigli comunali di Corigliano e Rossano negli anni passati.

Il vecchio tracciato a monte avrebbe contribuito a collegare meglio alla rete viaria i centri storici posti lungo la costa, che attualmente subiscono un notevole spopolamento a causa della carenza di viabilità per raggiungerli.

In definitiva gli scriventi non possono esimersi dal segnalare con ogni mezzo le distorsioni e i danni che il tracciato di cui si discute potrebbe arrecare al territorio e alle future generazioni nei cui confronti abbiamo tuti il dovere di lasciare eredità positive e infrastrutture razionali.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.