Nuova Statale 106: «Che fine ha fatto l’intesa istituzionale?»
Stasi e Papasso scrivono a Simonini per chiedere un incontro urgente al fine di completare il percorso della Sibari-Coserie. Tempi lunghissimi. Dopo la conferenza dei servizi del giugno scorso è calato il silenzio… tombale
CORIGLIANO-ROSSANO – Dopo il burrascoso e inconcludente consiglio comunale di ieri che ha messo – forse per sempre – la parola fine all’investimento di Baker Hughes nel porto di Corigliano-Rossano, l’alba del nuovo giorno, per Stasi, si è aperta con un’altra grande grana: la Sibari-Coserie. Dell’ammodernamento della Statale 106 nel tratto in prosecuzione del terzo megalotto e della SS534 a sud della Piana non se ne sa più nulla. Un'altra storia sulla quale sono calati silenzio e oblio dopo la turbolenta conferenza dei servizi del giugno scorso che ha aperto anche la strada al ricorso di una trentina di cittadini interessati agli espropri per l’opera.
Stamani Stasi, dopo quattro mesi di silenzi, che di fatto coinvolgono anche la Regione Calabria, ha incontrato il collega Papasso, e a quattro mani – vogliamo immaginare – hanno scritto al Commissario Anas per la Statale 106 (che dovrebbe essere ancora Massimo Simonini) al fine di ottenere un incontro nel più breve tempo possibile, funzionale alla condivisione dei prossimi passi nell'iter per la realizzazione di questo importante tratto infrastrutturale.
Un atto che era stato lo stesso primo cittadino a confermarci e anticiparci ieri ai margini del Consiglio comunale. «Avanzeremo la richiesta – ci aveva detto - alla luce del fatto che non è giunto alcun aggiornamento alle Amministrazioni Comunali successivo alla chiusura della Conferenza dei Servizi, ed in particolare rispetto alla mancata sottoscrizione dell'intesa istituzionale Regione – ANAS per l'intervento, a differenza di quanto avvenuto per l'altro tratto di Statale 106 finanziato in Calabria».
A questo punto è doveroso chiedersi che fine abbia fatto la Regione in questo frangente. Ci sono ripensamenti? C’è qualche problema che non sappiamo. Lo stesso assessore alla mobilità sostenibile e alle infrastrutture, Gianluca Gallo, all’indomani dell’assunzione delle nuove deleghe, intervistato dall’Eco dello Jonio, aveva rassicurato che l’intesa istituzionale – necessaria per chiudere la fase progettuale e aprire quella esecutiva – si sarebbe definita entro e non oltre il mese di settembre. Siamo a fine ottobre e la pratica sembra essersi persa chissà sopra quale scrivania o cassetto.
Ci sono pressioni su quest’opera. È evidente. E paradossalmente non sono quelle dei ricorrenti che hanno solo fatto valere i propri diritti. Le pressioni, invece, sarebbero politiche. Perché non è più un mistero, dalla scorsa campagna elettorale per le comunali, che anche nel centro destra ci sarebbero resistenze affinché si vada ad un review del tracciato con l’obiettivo di eliminare il viadotto di Corigliano. Al netto delle proposte “alternative”, però, c’è un fatto: interrompere, oggi, la fase progettuale significherebbe perdere i “privilegi” del commissariamento oltre, ovviamente, al finanziamento che sarebbe dirottato su altri tratti di Statale 106 in attesa di ammodernamento. In pratica, fermare oggi il treno in corsa (seppur lenta) della Sibari-Coserie significherebbe abbandonare per sempre l’idea di avere una nuova strada moderna e a quattro corsie. Anche perché i dati di traffico, nei prossimi anni, non giustificheranno più la realizzazione di una strada a doppia carreggiata. Quindi l’opera – così come oggi chiedono anche i sindaci di Corigliano-Rossano e Cassano – deve essere fatta ora.