La pioggia distrugge la Calabria e a Corigliano-Rossano riavvolge il nastro della drammatica alluvione del 2015 | VIDEO
Siamo ritornati in via Lussemburgo, l'epicentro di quella mattina catastrofica del 12 agosto di 9 anni fa. Ancora oggi sono in corso lavori di contenimento idraulico ma non bastano. Tutto questo mentre sul Crati si attendono i lavori sull'argine
CORIGLIANO-ROSSANO – Piove in Calabria e le piogge torrenziali di queste ultime ore hanno nuovamente piegato la nostra regione. Le immagini drammatiche che continuano a giungere, ininterrottamente da ieri, dalla zona del lametino riaprono la grande ferita dell’alluvione del 12 agosto 2015 quando le allora città di Corigliano e Rossano vennero piegate da una precipitazione straordinaria che fece esondare torrenti, fossi di scolo e creò innumerevole danni sul territorio. Stamattina siamo ritornati su via Lussemburgo, in località Momena nel territorio di Rossano, in quello che fu l’epicentro della dramma di quella mattina di 9 anni fa. Ci sporgiamo dagli argini del torrente Fellino che all’epoca, sotto la furia delle acque, tracimò allagando intere abitazioni e distruggendo i sacrifici di una vita. A distanza di quasi un decennio dall’alluvione in quel rivolo d’acqua ci sono ancora lavori in corso per il ripristino idraulico. Ad accoglierci c’è Ercolino Ferraina, che da quell’agosto è diventato una sentinella di consapevolezza affinché tutti, istituzioni in primis, prendano coscienza che la natura va temuta e rispettata.
«Dopo tanto tempo – ci racconta Ferraina – si stanno finalmente compiendo delle opere importantissime che serviranno ad alzare il livello dell’argine di circa un metro e mezzo». Insomma, una barriera di sicurezza che dovrebbe mettere in totale sicurezza le abitazioni nel caso di una nuova piena. C'è il timore, però, che questi lavori, seppur importanti, non bastino a evitare il ripetersi di quella che fu la tragedia del 2015. «Io vivo qui da oltre 40 anni – aggiunge Ercolino - e la cosa che mi fa paura sono le acque che provengono dalla zona del Frasso (la zona a monte di via Lussemburgo) dove le opere di contenimento idraulico non sono mai state realizzate».
Proprio in località Frasso c’era in progetto per la realizzazione di un bacino di sfogo, una sacca di contenimento che evitasse l’incanalamento delle acque bianche di quella zona urbana attraversata dalla statale 106 che sorge alla periferia di Rossano scalo, in un piccolo canalone che è largo appena tre metri e profondo due. Di quest’opera si sono perse totalmente le tracce. «Quel bacino – ci conferma Ferraina - non è stato mai realizzato e ancora oggi le acque che si raccolgono in quel diaframma di terra chiuso tra la strada statale ed il campeggio sottostante finiscono in quel fosso di scolo e quando arrivano quantitativi elevati d’acqua, tracima tutto, invadendo case e strade».
Insomma, bene i lavori nel Fellino ma serviranno a poco se non verranno completati con un’altra serie di opere di contenimento idraulico. Ma soprattutto non serviranno ad evitare nuove tragedie se si continuerà a non presidiare il territorio. «La cosa più importante – questo il monito del residente di via Lussemburgo – è la pulizia di fossi, canali e torrenti. Perché nel 2015 a creare il dramma che tutti conosciamo fu la straordinarietà d’acqua che cadde dal cielo ma anche l’impossibilità della stessa acqua a defluire verso il mare e questo perché tutti gli alvei erano carichi di detriti che crearono un fatale effetto diga. Se i fossili fossero sempre e tutti puliti – conclude Ercolino Ferraina - credo che il rischio idraulico sarebbe molto ridimensionato».
Ma pioggia, alle latitudini di Corigliano-Rossano, non fa solo rima con l’alluvione del 2015. No, c’è un altro punto fissato nel tempo ed è il 28 novembre 2018, quando in una notte la grande piena del Crati ruppe gli argini e inondò il territorio di Thurio e Ministalla. Fu un altro evento catastrofico che si sarebbe potuto evitare con una sana azione di prevenzione. Ebbene, ancora oggi, a distanza di sei anni da quell’evento, si attendono anche sul Crati i lavori di ripristino e riqualificazione idraulica dell’argine destro.
Per questa opera la Regione Calabria ha stanziato 8 milioni di euro. Un anno fa si celebrò la Conferenza dei Servizi definitiva presso l’ufficio del Commissario straordinario per l’emergenza del dissesto idrogeologico in Calabria, dopodiché non se ne seppe più nulla. Si sarebbe dovuti passare, così, alla fase esecutiva con la pubblicazione della gara d’appalto integrata. Ma ad oggi non si hanno altri timing sull’intervento da realizzare. C’è il timore, anche in questo caso, che le risorse messe a disposizione negli anni scorsi non bastino più proprio a causa dell’aumento dei costi delle materie prime, ma ad ogni modo Thurio e Ministalla continuano a rimanere in bilico e nella paura che un’ondata d’acqua straordinaria (e possibile) possa nuovamente fare danni incalcolabili.