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Alla ricerca di Sybaris e di Thurii, il libro di Domanico sarà presentato alla Borsa Mediterranea di Paestum

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CORIGLIANO-ROSSANO – Alla ricerca di Sybaris e di Thurii. L’affascinante libro/ricerca, ultima opera di Nilo Domanico, che porta con sé il pesante fardello scientifico di ripercorrere le tracce della storia facendo affidamento sulla prova empirica della scienza e che forse ha pure l’inconsapevole ambizione di poter riscrivere la storia della Magna Grecia, sarà presentato in anteprima nazionale alla 26esima Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum, il prossimo sabato 2 novembre, nella nuova sede presso il complesso immobiliare dell'ex Tabacchificio, a soli mille metri dall'area archeologica e ubicato nel Borgo Cafasso.

La storica e prestigiosa kermesse, che gode di numerosi e prestigiosi patrocini, ha l’obiettivo di valorizzare Parchi e Musei Archeologici, promuovere destinazioni turistico archeologiche, favorire la commercializzazione, contribuire alla destagionalizzazione e incrementare le opportunità economiche e gli effetti occupazionali.

Ed è proprio in questo contesto che si celebrerà la “prima” del libro di Nilo Domanico. Uno studio, dicevamo, nel quale l’ingegnere di Corigliano-Rossano dal multiforme ingegno, ha dedicato tantissimi mesi buttandosi a capofitto in una trama intricata, complicatissima e ambiziosa, trascinando lungo la strada entusiasmi e interessi. Come quelli dell’antropologo Vito Teti, del filosofo Vincenzo Piro e dell’archeologo e già presidente della Scuola archeologica italiana di Atene, Emanuele Greco.

E sono proprio questi tre “colossi” della cultura contemporanea che ruotano al mare magnum e che hanno dedicato parte della loro vita a percorrere le declinazioni della Megale Hellas, oggi, a dar manforte non tanto agli studi (che necessitano di ulteriori conferme e riprove come ci ha detto lo stesso Domanico) quanto alla quelle forma di costruzione di consapevolezza che alle latitudini della Calabria del nord-est manca, con tutte le sue catastrofiche conseguenze. «Ritrovare Sibari – scrive Vito Teti nel suo prologo al libro di Domanico - significa realizzare un sogno antico della nostra terra, affermare cura e amore per i nostri luoghi, andare in direzione contraria alla perdita di sacralità e di identità che ci affliggono, immaginare altre vie per contrastare il vuoto e lo spopolamento dei nostri luoghi, forse, creare possibilità per tanti giovani di restare in uno dei luoghi culturali e paesaggistici più belli e più antichi del mondo … Ed ecco, dove mi piace, collocare Nilo Domanico: in una tradizione culturale alta e popolare che non vuole dimenticare, che vuole portare alla luce memorie e reliquie del passato, che sogna, non dorme, studia, cammina, inventa per fare emergere quei resti di un mondo sommerso che continua a interrogarci e a chiederci conto e a dirci che se il mondo sta avviandosi alla fine è perché vengono sempre meno questi costruttori di sogni, animatori di fantasie e di città nascoste da fare “rivivere”»

Poi, dicevamo, c’è la sottolineatura e la lettura filosofica di Vincenzo Piro, che pone l’attenzione sui dettagli. «Il discorso (di Domanico, ndr) si approfondisce poi attraverso delle indicazioni spaziali date da alcune fonti storiche, secondo l’autore non sufficientemente prese in considerazione: Erodoto, Diodoro Siculo, Strabone. La valutazione del legame della nascente città di Thurii con la fonte Thuria conduce il discorso su un altro piano: il tentativo di capire cosa pensarono i Greci quando arrivarono sulle coste del Sud Italia, quale logica li guidò nella scelta del sito di Sibari e poi di Thurii, diventa la chiave per reinquadrare il dato geografico.  Assunte le analisi del primo capitolo, aperta la strada a un’altra ipotesi attraverso gli elementi emersi dalle fonti storiche, una conoscenza precisa del territorio attuale e una forte capacità di orientamento nello spazio della Sibaritide permettono all’autore di formulare compiutamente una ipotesi alternativa riguardante Thurii e, di conseguenza, su Sibari».

Senza contare il contributo specialistico del prof. Emanuele Greco secondo il quale: «Lo studio di Nilo Domanico ha un pregio sostanziale, perché si tratta, per la prima volta di uno studio accurato e scientificamente impeccabile, grazie al quale lo studioso arriva con un alto grado di approssimazione a delineare una credibile storia del paesaggio idrogeologico della piana tra Coscile e Crati. Con questa evidenza devono fare i conti gli archeologi, non perché si debba procedere ad una meccanica combinazione tra fonti letterarie, archeologiche e geologiche, perché ogni livello di informazione deve essere utilizzato secondo le leggi che regolano quel dato settore, ma principalmente perché ora disponiamo di un’eccellente piattaforma nella quale calare l’evidenza archeologica, non solo, ma grazie alla quale la ricerca archeologica, può anche essere indirizzata grazie al lavoro svolto dall’ingegnere».

 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.