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«Se non fai il tampone non ti visito». Scoppia la bufera e scattano le prime segnalazioni

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CORIGLIANO-ROSSANO - «Se non fai il tampone non ti visito». È così che scattano le prime segnalazioni al Ministero della Salute e ai vertici dell’Asp di Cosenza per medici di base che – a parere dei loro pazienti – non si presterebbero al dovere della cura. E questo solo perché quello stesso paziente rivendica il suo diritto ad essere visitato a prescindere dall’esame di un tampone, ancor più se viene richiesto in forma preventiva.

Se è comprensibile che la paura dilagante di una nuova ondata influenzale faccia breccia nella popolazione, al contrario, non è accettabile che diventi un pretesto per non visitare le persone che hanno bisogno di cure, a prescindere dalla loro patologia che sia covid, raffreddore, influenza, tracheite o polmonite. Ancora più grave è il fatto che questo fenomeno di pura inadempienza non rappresenti un caso isolato ma si stia diffondendo a macchia d’olio. Ed il riscontro palese lo si ha dalle corsie dei Pronto soccorso, piene zeppe, stracolme, di persone con sintomi influenzali. Vuol dire che qualcosa nei protocolli non funziona.

 

Il direttore sanitario dell'Asp di Cosenza fa chiarezza

Ma a proposito, cosa dicono davvero i protocolli? Lo abbiamo chiesto al Direttore Sanitario dell’Azienda sanitaria di Cosenza, Martino Rizzo, che con la stessa serietà e puntualità con la quale nei mesi scorsi è stato in prima linea nelle fasi critiche della Pandemia, oggi conferma il superamento della fase critica. «Non c’è alcuna direttiva o protocollo – dice – che impone al medico di esigere un tampone covid-19 dal paziente prima di essere visitato. La visita – ribadisce – si fa a prescindere perché rientra nei doveri contrattuali e, ancor prima, deontologici del personale sanitario. Una volta riscontrata la patologia, si può chiedere un esame di verifica, un tampone appunto, ma non è assolutamente necessario tantomeno esiste una prescrizione che obblighi a farlo. Naturalmente - precisa ancora il direttore Rizzo - il medico deve utilizzare tutti i mezzi di protezione individuali per tutelare la propria salute e quella dei pazienti».

 

Terrorismo psicologico e categorie fragili a rischio

Attorno alla paura dell’influenza, in realtà, si continua a generare un ingiustificato terrorismo psicologico, con la possibilità concreta di mettere a serio rischio le categorie fragili. E questo riscontro – dicevamo – lo abbiamo dalle corsie del Pronto soccorso. Che continuano a rimanere affollate di pazienti, di qualsiasi età, che accusano febbre, dolori articolari, problemi respiratori. È proprio nell’accesso all’ospedale che si crea quel famigerato imbuto e che dilata i tempi di attesa ed espone a rischio, ad esempio, gli anziani per i quali da sempre le forme influenzali sono un pericolo da tamponare subito. Ma come si fa a dare assistenza a decine di persone che contemporaneamente arrivano nel presidio di primo soccorso tutte, più o meno, con gli stessi sintomi?

Ed è qui il vero problema, perché patologie che un tempo venivano curate a casa, oggi diventano di priorità ospedaliera, indistintamente per tutti, perché ci sono medici di base che, evidentemente, non hanno la capacità e nemmeno il coraggio di saper prescrivere la giusta cura e indirizzare in ospedale solo i casi che ne abbiano effettivamente bisogno. È normale che un adolescente chieda accesso alle cure mediche ospedaliere per una forma influenzale? Certo che no, perché magari quel posto occupato in corsia, che impiega tempo e risorse, viene sottratto ad un’altra persona che avrebbe più bisogno di cure!

 

Il caso di tanti medici di base che "suppliscono" (per fortuna!) alle inadempienze dei loro colleghi

Certo, non si può fare di tutta l’erba un fascio. L’abbiamo scritto e riscritto più volte, ma è giusto ribadirlo. Per fortuna ci sono medici di famiglia che fanno il loro dovere, che rispettano quella che è la loro missione sociale di prendersi cura dei più deboli. Anzi, c’è un ulteriore fenomeno, che rimane ignorato per ovvi motivi, di medici di base e pediatri, generosi e altruisti, che a fronte delle inadempienze gravi e perseguibili dei loro colleghi, si fanno carico di visitare quanti ne hanno bisogno evitando che gli ospedali, già gravati da una disorganizzazione atavica e violenta, diventino dei veri e propri lazzaretti. A queste persone va dato merito e soprattutto va riconosciuto l’onore del rispetto, non fosse altro perché sono quelli che tengono ancora fede al Giuramento di Ippocrate.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.