Saracena ricorda i suoi parroci: un tributo di gratitudine e solidarietà
Don Domenico Cirianni, Don Fulgenzio Nguza Mikaz e Don Leone Boniface: Ricordare i parroci vuol dire celebrare l'amore per la realtà che li caratterizzava, un amore che ancora oggi ispira coloro che custodiscono il loro ricordo

SARACENA - Il piccolo centro del Pollino devoto a San Leone si è unito in un commovente tributo per ricordare tre figure indimenticabili che hanno lasciato un'impronta profonda nella sua comunità: i parroci Don Domenico Cirianni, Don Fulgenzio Nguza Mikaz e Don Leone Boniface. Questi uomini di fede, legati rispettivamente alle parrocchie di San Leone Vescovo e Santa Maria del Gamio, sono ricordati per il loro impegno costante verso il prossimo, promuovendo dignità umana e accoglienza.
L'evento, che si è svolto il 6 agosto, ha combinato momenti di riflessione e condivisione, rappresentando un'emblematica celebrazione della bellezza che nasce dall’atto di donare e dalla tensione verso l'altro. L'iniziativa è stata arricchita dalla collaborazione delle associazioni locali, guidate dall'organizzazione "Il Sorriso", e dal fondamentale apporto della Parrocchia di San Leone e Madonna del Gamio sotto la guida di Padre Stefano Mendez. Il sostegno del Comune e la partecipazione di numerosi volontari hanno reso possibile una serata dedicata al reciproco aiuto.
La manifestazione ha raccolto fondi destinati a coloro che si trovano in condizioni di fragilità, sottolineando come l'eredità spirituale dei tre religiosi continui a vivere nelle azioni della comunità. I discorsi introduttivi di Vittoria Diana, presidente dell'associazione "Il Sorriso", della docente e operatrice parrocchiale Isabella Alfano e del Vice Sindaco Biagio Diana, hanno evidenziato l'importanza di una solidarietà collettiva, per contrastare l'individualismo e l'indifferenza del nostro tempo.
Ricordare i parroci Don Domenico, Don Fulgenzio e Don Leone vuol dire celebrare l'amore per la realtà che li caratterizzava, un amore che ancora oggi ispira coloro che custodiscono il loro ricordo. Il tributo è giunto alla sua sesta edizione, manifestando la necessità di riaffermare i valori umani e spirituali che essi hanno lasciato in eredità, come guida e riferimento per nuove generazioni. Una testimonianza potente del vero fascino del Cristianesimo, incarnato in queste vite dedicate all'altro.