L'Area produttiva di Sant'Irene tagliata fuori dalla rivoluzione digitale... e non solo
Quasi trenta aziende che operano tra infrastrutture fatiscenti e connettività assente, l'area industriale si trova in un paradosso imbarazzante
CORIGLIANO-ROSSANO - Nonostante siamo nell’era delle transizioni totali, nella Sibaritide si continuano a vivere situazioni paradossali. Infatti, mentre l’economia globale si muove a ritmi serrati sulla dorsale della connettività internet, l’area industriale di Sant'Irene, nell'area urbana di Rossano, si trova incredibilmente tagliata fuori da questa rivoluzione digitale. Uno scenario che ha dell’assurdo, un territorio che dovrebbe rappresentare l'avanguardia della produttività per la terza città della Calabria continua a rimanere bloccato e a viaggiare su una rete vecchia e inadeguata.
È inconcepibile pensare che, nel 2024, una delle zone produttive più strategiche della Calabria del nord-est continui a soffrire di una tale carenza infrastrutturale. Secondo quanto appreso da alcuni imprenditori che hanno investito a Sant’Irene, una nuova infrastruttura di rete a banda larga in fibra ottica è effettivamente stata costruita, eppure non è mai stata attivata. Di conseguenza, le aziende sono costrette a fare affidamento su una rete obsoleta, spesso soggetta a interruzioni che paralizzano le attività quotidiane e compromettono lo scambio efficiente di dati.
Ma il problema della connettività è solo la punta dell’iceberg. L’Area di Sviluppo Industriale (ASI) di Rossano, che ospita circa trenta aziende creando occupazione e sviluppo, è afflitta anche da una serie di problemi infrastrutturali più tradizionali. Le strade sono da terzo mondo e rendono difficili trasporti e logistica. La pianificazione urbanistica, già di per sé antiquata, appare abbandonata a sé stessa, senza manutenzione regolare, contribuendo a un deterioramento del decorso produttivo.
Come se non bastasse, la mancanza di un impianto di depurazione delle acque nell’area ASI aggiunge un ulteriore fardello. I reflui vengono scaricati nel sistema comunale o devono essere trattati autonomamente dalle aziende, aumentando i costi di produzione e peggiorando così la competitività della produzione.
Questa situazione rappresenta, di fatto, un imbarazzante paradosso. In un contesto storico/economico generale dove l'efficienza e la digitalizzazione sono fondamentali per competere a livello globale, l’area industriale di Sant'Irene resta immobile, cristallizzata alla sua realizzazione e senza alcun progresso. È necessario e urgente, quindi, che chi di competenza si attivi per modernizzare e rendere operativa una rete che giace silente, e per rinnovare le infrastrutture di base che dovrebbero supportare lo sviluppo economico. Del resto, tutte quelle aziende che operano all’interno dell’area industriale di Sant’Irene per vivere e operare in quel contesto pagano il consorzio ASI e viene da chiedersi a cosa serve questo obolo che viene versato se poi lì diventa difficile anche il trasferimento di un file!