Industria nel porto, appello di Agostinelli alla responsabilità: «Termini del ricorso sono dilatori»
La preoccupazione è che non essendoci un termine fissato per il responso del Presidente della Repubblica sul ricorso dell'Amministrazione Comunale, Baker Hughes Nuovo Pignone possa decidere di abbandonare l'idea di investire nel porto di Co-Ro
CORIGLIANO-ROSSANO - Nel complesso panorama economico e infrastrutturale in cui vive l’area jonica, il progetto di Nuovo Pignone Baker Hughes al Porto di Corigliano-Rossano rappresenterebbe davvero una significativa opportunità di crescita e sviluppo non solo per la città ma per l’intero territorio della Calabria nord-orientale. Un'iniziativa che, se da una parte è accolta favorevolmente da sindacati, associazioni di categoria e istituzioni regionali, dall'altra è al centro di una controversia interna all’Amministrazione Comunale dove, a quanto pare, rimangono divergenze fortissime sull’investimento.
C’è ancora tempo affinché il progetto possa vedere la luce, nonostante penda un ricorso alla Presidenza della Repubblica, presentato dal Comune? Ne abbiamo parlato, in questi giorni di Ferragosto, con l’Ammiraglio Andrea Agostinelli, presidente dell'Autorità del Sistema Portuale bacini del Tirreno Meridionale e dello Ionio, dove in questi giorni di ferie estive c’è grande fermento per alcuni importanti impegni che riguardano proprio lo sviluppo dei porti calabresi. Uno su tutti, il varo del primo trasporto eccezionale all’interno del porto di Crotone per l’imbarco dei manufatti industriali che si stanno realizzando a bordo banchina proprio nello scalo pitagorico. Lì dove, è doveroso ricordarlo, nonostante le dimensioni largamente ridotte rispetto alla grande darsena di Sibari, convivono ormai da anni industria, turismo e pesca.
«Abbiamo fatto il possibile per fare in modo che l'investimento della società Nuovo Pignone Baker Hughes venga fatto in Calabria e nel porto di Corigliano-Rossano,» continua a ripetere come un mantra l’ammiraglio Agostinelli. «Il progetto – aggiunge – prevede un insediamento a bordo banchina che non rappresenta certo un unicum nel panorama produttivo ma potrebbe rappresentare una rivoluzione per il processo di crescita e sviluppo dello scalo portuale dell’alto Jonio calabrese e più in generale della Calabria nord-orientale».
Poi, senza troppi giri di parole, il Presidente dell’Autorità portuale ritorna sul ricorso presentato dal Comune di Corigliano-Rossano. «Capisco – dice – l'intransigenza dell'Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano che, riguardo all'investimento di Nuovo Pignone, non ha mostrato perplessità, piuttosto si è appellata alle procedure». «È una presa di posizione che non condivido ma la comprendo, consapevole del buon lavoro fatto, anche sotto il profilo delle procedure, per consentire questo investimento, che per la prima volta dopo 50 anni metterà a frutto quella infrastruttura costituendo, allo stesso tempo, una grande opportunità per lo sviluppo e la crescita occupazionale, produttiva e qualitativa di quel territorio. E questo – aggiunge – lo sanno bene tutte le decine di Associazioni di categoria, le imprese, i sindacati, tantissimi cittadini che sostengono questo investimento perché sanno quanto importante sia per innescare la leva dello sviluppo ed i processi occupazionali senza che questi – e mi preme ribadirlo ancora una volta – possano intaccare o inficiare in alcun modo le altre vocazioni di quel porto, dalla Pesca al Turismo. Del resto, – ricorda ancora Agostinelli – abbiamo la cosiddetta “prova provata” del porto di Crotone dove, negli ultimi mesi, abbiamo aperto ben sei cantieri e uno di questi è proprio a bordo banchina».
Con la consapevolezza dei benefici potenziali e del lavoro fatto da tutte le parti in causa, il Presidente dell’Autorità portuale mantiene un atteggiamento fiducioso rispetto al ricorso amministrativo: «Io sono fiducioso nel fatto che il ricorso presentato alla Presidenza della Repubblica da parte del Comune contro l’Autorizzazione Unica ZES rilasciata dalla mia Autorità, ci darà ragione. Abbiamo il conforto dell'avvocatura regionale e dei legali del nostro ente ma, ancor prima, siamo certi di aver rispettato le procedure degli atti e delle prerogative di legge. La preoccupazione, però, è che lo stesso ricorso, non contemplando alcuna “misura cautelare”, potrebbe rimanere fine a sé stesso innescando solo una rischiosa dilatazione sine die dei tempi di un contenzioso che, a questo punto, diventerebbero inconciliabili con quelli dell’investimento».
Da qui, un appello alla responsabilità, rivolto – manco a dirlo – al sindaco di Corigliano-Rossano che sul presunto “vizio di forma” ha alzato barricate. «Consapevoli dell’opportunità unica e probabilmente irripetibile che oggi si pone per il rilancio del Porto e dello sviluppo del territorio – dice Agostinelli – credo sia opportuno riaprire subito la fase di confronto con il Sindaco e l'Amministrazione comunale, insieme alle forze sociali e produttive del territorio, attorno a un investimento che non può percorrere una strada diversa da quella tracciata ma che può contribuire a scrivere un nuovo futuro per Corigliano-Rossano ed il suo territorio». Insomma, parole concilianti ma che mettono spalle al muro il Primo cittadino di Corigliano-Rossano. Lo stesso che, a quanto pare, è rimasto uno dei pochi, insieme a qualche associazione ambientalista e al comitato per la tutela del porto, a chiedere – a prescindere dal ricorso che a questo punto appare più un pretesto per prendere tempo – un investimento diverso, non a bordo banchina ma nel retroporto. Anche se questa eventualità non è stata mai sul tavolo della trattativa, tantomeno sembrerebbe un’ipotesi considerabile dall’investitore che rimane interessato a un porto. Che sia quello di Corigliano-Rossano o un altro, questo – ad oggi – sembrerebbe non avere alcuna importanza.