Salute e sicurezza dei lavoratori edili a rischio con l'innalzamento delle temperature
Fillea Cgil Calabria scrive al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto. «Chiediamo intervento urgente che garantisca massima tempestività nell’adozione di provvedimento al fine di ridurre ogni minaccia correlata al caldo»
CATANZARO - La Fillea Cgil Calabria pone all'attenzione del presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto,la problematica dell'imminente innalzamento delle temperature che, a breve, investirà il territorio della Calabria, mettendo a rischio la salute e la sicurezza di migliaia di lavoratori edili e degli impianti di produzione dei materiali da costruzione.
«La scrivente Federazione ha, nei giorni scorsi, attenzionato formalmente - si legge nella lettera - la problematica alle Utg delle province di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Cosenza, sollecitando atti di indirizzo per l’adozione, da parte delle imprese, di misure volte a garantire la salubrità dei luoghi di lavoro, in ottemperanza a quanto previsto dalla vigente normativa».
«Ci preme ricordare che la tempistica di emanazione di ordinanze - continuano - volte a garantire la sicurezza dei lavoratori, la possibilità per le imprese di organizzare la produzione e la rimodulazione degli orari di lavoro in modo efficace rispetto al rischio calore, nonché di ricorrere agli ammortizzatori sociali in caso di sospensione dell’attività lavorativa, non è indifferente al fine di evitare conseguenze drammatiche in termini infortunistici. A ciò si aggiunga che l’innalzamento drastico delle temperature è fenomeno stagionale che interessa annualmente in particolare le regioni del sud; pertanto, l’emanazione degli atti di indirizzo dovrebbe essere garantita con carattere programmato e tutt’altro che emergenziale».
«Ricordiamo - spiegano - che l’ordinanza contingibile e urgente in materia di igiene e sanità pubblica riguardante l’attività nei cantieri edili ed affini n. 3 fu emanata il 21 Luglio 2023, dunque ben oltre l’inizio, previsto e prevedibile, dell’innalzamento delle temperature nei luoghi di lavoro all’aperto e negli impianti nei quali si utilizzano tecniche produttive che necessitano dell’utilizzo di macchinari che sviluppano calore, e ciò ha comportato, nelle more dell’emanazione dell’ordinanza stessa, l’esposizione immotivata di migliaia di lavoratori a condizioni di lavoro inaccettabili per la metà della stagione estiva».
«In considerazione di quanto esposto la Scrivente chiede pertanto un Suo urgente intervento al fine di garantire la massima tempestività nell’adozione di provvedimento analogo a quello assunto per il 2023 al fine di ridurre, sin dai primi eventi climatici, il rischio correlato alle temperature cui i lavoratori del settore edile e dei materiali da costruzione sono particolarmente esposti per la peculiarità delle lavorazioni e degli ambienti di lavoro» si legge in conclusione.