Nuova SS106 Sibari-Co-Ro, si apre la fase esecutiva ma Stasi spinge per eliminare il viadotto di Corigliano
Ieri a Catanzaro si è celebrata la Conferenza dei Servizi decisoria. Non sono mancate tensioni. Arriva anche il parere favorevole di Stasi ma vincolato ad alcune questioni chiave: galleria anche a Corigliano, espropri e viadotto Insiti
CORIGLIANO-ROSSANO - La Conferenza dei Servizi ha dato il via libera alla realizzazione della Nuova Statale 106, che collegherà Sibari (innesto SS534) fino a Corigliano-Rossano (viadotto torrente Coserie). L'atteso incontro, tenutosi ieri a Catanzaro, è stato presieduto dal Commissario dell'Opera, Massimo Simonini, e ha visto la partecipazione del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di Anas, dei sindaci dei comuni interessati, Flavio Stasi per Corigliano-Rossano e Gianni Papasso per Cassano Jonio, oltre a tecnici e funzionari di diversi enti coinvolti nel progetto.
Il via libera, che dovrebbe essere formalizzato nelle prossime ore, è stato ottenuto con una maggioranza favorevole. Conclusa la fase della Progettazione di Fattibilità tecnico-economica, il progetto passerà ora alla procedura di appalto integrato, che comprende la progettazione esecutiva e i lavori di costruzione. La nuova infrastruttura, attesa con impazienza, promette di migliorare notevolmente la sicurezza dando una valida alternativa, in un tratto cruciale, a quella che da decenni, purtroppo, è la "strada della morte" e di togliere la Calabria del nord-est dal suo isolamento. Secondo il cronoprogramma esecutivo, i lavori dovrebbero iniziare entro la fine del 2024 o al massimo nei primi mesi del 2025, con un tempo di realizzazione stimato in cinque anni. La strada dovrebbe essere, quindi, completata entro il 2030.
Tuttavia, la conferenza di ieri è stata ben diversa da quella dello scorso mese per la Crotone-Catanzaro. Nella Cittadella di Catanzaro, dove si è celebrata la CDS, non sono mancate tensioni e criticità: molte questioni sollevate hanno portato il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, a esprimere un parere favorevole ma vincolato a specifiche prescrizioni.
Le condizioni espresse nel parere, protocollato dal primo cittadino, includono l’Attraversamento urbano di Corigliano per il quale si richiede la rivalutazione del tracciato, proponendo un tunnel al posto di un viadotto urbano, per preservare il paesaggio e l'assetto urbanistico, qualora gli studi idrogeologici (l’Amministrazione comunale ne avrebbe commissionato uno che dimostrerebbe la possibilità dell’opera sotterranea ma, a quanto pare, questo studio non avrebbe ricevuto l’ok dell’Autorità di Bacino); il Piano degli espropri con il quale Stasi sollecita una revisione dello stesso per tutelare le aree urbanizzate e le produzioni agricole di qualità; il Progetto dello svincolo di Insiti che deve essere armonizzato necessariamente con l'ammodernamento in corso della SP 195, cruciale per il collegamento con il nuovo ospedale della Sibaritide; la definizione del costo complessivo dell'opera includendo all’interno le opere complementari per evitare un impatto negativo nel caso di finanziamento parziale dell’infrastruttura; la progettazione delle opere complementari che dovra essere dettagliata e contemplare tutto quanto richiesto dall’Amministrazione comunale in sede preliminare per assicurare un'integrazione sostenibile e funzionale.
In assenza del rispetto di queste prescrizioni, il parere sarebbe negativo a causa dell'insostenibilità dell'impatto territoriale. Il sindaco Stasi ha ribadito l’apertura del nuovo Esecutivo a collaborare per affrontare le criticità e migliorare il progetto, sottolineando che l'interlocuzione e un differimento di 90 giorni, quantomeno per consentire i tempi di insediamento del nuovo governo civico, sarebbero stati opportune per un'analisi più approfondita.
C’è però un punto fermo in tutto questo: la realizzazione della Nuova Statale 106 rappresenta una sfida cruciale per la Calabria del nord-est. Perché il prossimo quinquennio, durante il quale si porranno le basi per uscire dalla profonda crisi economica e strutturale globale post pandemica e aggravata dal conflitto Russia-Ucriana, sarà determinante per nuovi investimenti e finanziamenti, pubblici e privati. Se quest’area vuole essere appetibile e competitiva su tutti i fronti deve farsi trovare pronta a ricevere flussi produttivi. Ma per farlo ha bisogno di essere connessa al resto del Paese e d’Europa.