Laghi incontra Maysoon Majidi: « Si faccia luce, è una vicenda con troppe ombre»
Il consigliere regionale ha fatto visita all'attivista curdo-iraniana che il 10 maggio prossimo sarà in aula per difendersi dall'accusa di essere una scafista

CASTROVILLARI - Il consigliere regionale, Ferdinando Laghi, torna a far visita a Maysoon Majidi, l'attivista curdo-iraniana detenuta presso l'istituto penitenziario di Castrovillari perché accusata di essere una scafista. La donna, regista e attivista per la difesa dei diritti delle donne, si trova ristretta dall'inizio dell'anno.
«Sono tornato a far visita a Maysoon Majidi in vista dell'udienza del 10 maggio prossimo che la vedrà interessata per chiarire la sua posizione – ha dichiarato il consigliere Laghi al termine dell'incontro -. Seppur trattata benissimo nella casa circondariale diretta dal dott. Giuseppe Carrà, l'ho ritrovata ancora in evidente sottopeso e provata dal pesante percorso che ha vissuto prima in patria, poi qui in Italia, meta di un viaggio che sperava avesse tutt'altro epilogo».
Maysoon, ora, inizia a parlare un po' la lingua italia, condizione grazie alla quale è stato più semplice il dialogo tra lei e Laghi. «È un caso tutt'altro che chiaro – ha aggiunto il capogruppo di De Magistris Presidente – di cui si sta occupando anche Amnesty International dal momento che, stando a diverse testimonianze di chi si trovava su quel barcone, Majidi era esattamente una di loro e non una scafista o una collaboratrice dei trafficanti di esseri umani. Spero che per Maysoon possa essere emessa la misura degli arresti domiciliari – nella nostra regione ci sono persone e associazioni che si presterebbero a darle ospitalità- per poter attendere il percorso giudiziario in una condizione differente dalla detenzione».
«Sarà ora la giustizia a fare luce sul caso di questa giovane donna – ha concluso Laghi - per la quale auspico un percorso giudiziario giusto e celere, che tenga conto dei tanti elementi che sembrano indicarla come vittima, del tutto estranea ai reati che le vengono contestati, per tornare quanto prima alla libertà».