Il limbo dei pensionati del Consorzio di Bonifica: «Siamo ancora senza TFR»
Nei giorni scorsi un incontro nel quale si sono ritrovati 16 ex dipendenti dell'Ente. Deluse, per il momento, tutte le buone aspettative che accompagnavano la riforma dei Consorzi. Ecco perché
TREBISACCE – Un salto nel buio. Continua ad esserci un velo spesso di incertezze, un limbo senza fine attorno agli ex lavoratori del Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio. Quelli che sono andati in quiescenza, quelli che hanno lavorato per una vita all’interno dell’Ente e che oggi, dopo tanti anni di onorato servizio, non si vedono riconosciuti i propri diritti. Stiamo parlando di quanti ancora devono vedersi riconosciuta la corresponsione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR).
In sedici, domenica scorsa, si sono ritrovati a Sibari per creare cooperazione, per costituire una vera e propria class action che possa fare pressione sul nuovo Consorzio di Bonifica unico, quanto sulla Regione Calabria, per vedersi riconosciuto un diritto ma, soprattutto, per chiedere i loro soldi.
A convocare l’incontro è stato l’ingegnere Biagio Cataldi raccogliendo lo stato di disagio, soprattutto economico, dei tanti colleghi costretti nel limbo della burocrazia. «Capiamo che c’è la campagna elettorale – ha detto Cataldi – ma non vogliamo che questa nostra iniziativa venga strumentalizzata. Noi abbiamo solo necessità di portare a conoscenza l’opinione pubblica della nostra preoccupazione nel non aver riconosciuto il diritto costituzionale che prevede l’erogazione del trattamento economico di fine rapporto».
A che punto siamo? In realtà tutta la pratica degli ex lavoratori del Consorzio di Bonifica è finita nel porto delle nebbie. Cataldi, infatti, ha ricordato quanto prevede la legge regionale n. 39/2023, evidenziando principalmente il contenuto dell’art. 36 che sopprime il Consorzio di Bonifica di Trebisacce con relativa liquidazione a far data dall’approvazione dello Statuto del nuovo “Consorzio unico della Calabria”. Approvazione che è avvenuta lo scorso 31 dicembre. Da li, quindi, si sarebbero dovuti sviluppare una serie di procedimenti che avrebbero dovuto portare proprio alla corresponsione del TFR entro il termine di 360 giorni a partire proprio dalla data di approvazione dello Statuto.
Il problema, però, spiega Cataldi è che dal 31 dicembre ad oggi «nulla è dato a sapere circa la rilevazione dello stato patrimoniale del Consorzio, né se il Commissario Liquidatore ha individuato le risorse attive e passive per dare corso alla liquidazione delle somme di cui al TFR dei lavoratori posti in quiescenza». Tutto ciò ha ingenerato serie di preoccupazioni nei presenti, vedersi erogato in tempi brevi le somme di cui al proprio TFR e, per quanto detto, ad unanimità dei presenti è stato deciso di Costituirsi in comitato spontaneo dal nome esplicito “Per il proprio TFR”. Riusciranno a vedersi riconosciuto il loro sacrosanto diritto?