Precariato, anche a Corigliano-Rossano per anni sul lavoro «sono state costruite carriere politiche»
Il monito duro del segretario CGIL Calabria, Angelo Sposato, intervenuto al dibattito “Dallo Statuto dei lavoratori al referendum Cgil 2025”, l'evento sul tema del lavoro a Co-Ro promosso dal sindacato e tenutosi oggi
CORIGLIANO-ROSSANO – Si è tenuto questo pomeriggio, nella Sala Convegni Mondiversi a Corigliano-Rossano, l’incontro promosso dalla Cgil Pollino Sibaritide Tirreno e dalla Cgil Spi dal titolo “Dallo Statuto dei lavoratori al referendum Cgil 2025” al quale hanno partecipato la responsabile Lega Spi Cgil Corigliano-Rossano, Eleonora Sammarro, il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, il segretario generale Spi Pollino Sibaritide Tirreno, Francesco Spingola, il segretario generale Cgil Pollino Sibaritide Tirreno, Giuseppe Guido, il segretario generale Spi Cgil Calabria, Carmelo Gullì, e il segretario generale Cgil Calabria, Angelo Sposato.
Ad introdurre gli interventi, la responsabile Lega Spi Cgil Corigliano-Rossano, Eleonora Sammarro, che ha ricordato l’instancabile lavoro del sindacato in difesa dei lavoratori grazie al quale, ha affermato: «Abbiamo occupato le piazze e manifestato a gran voce per dire no alle politiche restrittive del Governo che gravano su settori come la Sanità, il Lavoro e i Servizi di previdenza sociale». «È per questo – ha proseguito – che sosteniamo e diffondiamo le idee che hanno ispirato la campagna referendaria 2025 di Cgil».
La campagna promuove quattro referendum popolari sul mondo del lavoro per i quali la Cgil ha iniziato la raccolta firme lo scorso 25 aprile 2024.
Il primo quesito (Lavoro tutelato) ha l'obiettivo abolire l'intero Jobs Act (decreto legislativo 23 del 2015), prevedendo l'«abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi». Il secondo (Lavoro dignitoso) pone l'attenzione sulle realtà con meno di 15 dipendenti, proponendo l'«abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese». Con il terzo quesito (Lavoro Stabile) si vuole porre un freno alla precarietà, prevedendo l'«abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l'utilizzo del lavoro a termine». Il quarto e ultimo quesito (Lavoro sicuro) chiede l'«abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all'impresa appaltante».
È stata poi la volta del segretario generale Spi Pollino Sibaritide Tirreno, Francesco Spingola, che ha ripercorso la storia dei diritti conquistati attraverso la lotta e le manifestazioni, sottolineando l’importanza cruciale che ha avuto lo Statuto dei lavoratori, la cui adozione ha rappresentato un’occasione unica di avanzamento sociale per la storia dell’intero Paese. Da qui la spinta riformista della struttura sindacale per come la conosciamo oggi, grazie alla quale si è giunti a questa ultima e decisiva azione referendaria che si batterà per «difendere i lavoratori rimuovendo gli ostacoli che il legislatore pone».
Un altro commento sul tema lo ha successivamente fornito il sindaco della città di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, che nel suo intervento ha sottolineato un aspetto spesso trascurato: «Col tempo ci siamo convinti che solo attraverso lo sgravio degli oneri alle imprese avremmo potuto dare nuovo impulso all’economia. In realtà ciò ha prodotto un arretramento in tema di diritti dei lavoratori. Certo, le imprese hanno bisogno di incentivi ma è necessario cambiare narrazione affinché i lavoratori non vengano più visti come oneri per le imprese. Pertanto, apprezzo l’iniziativa e le finalità del referendum che Cgil propone».
Il tema del lavoro stabile, duraturo e dignitoso è stato ripreso anche dal segretario generale Cgil Calabria, Angelo Sposato: «Il tema del lavoro riguarda, sì, tutto il Paese ma soprattutto il Mezzogiorno. In un territorio dove c’è molto sfruttamento, precariato e caporalato avere un lavoro dignitoso è fondamentale anche per ciò che attiene alla realizzazione della persona. Le leggi che hanno cancellato la certezza del lavoro dignitoso sono state quelle che noi stiamo cercando di abrogare ed abolire attraverso i 4 referendum perché non si possono più accettare distinzioni tra lavoratori assunti prima e dopo il 2015, tra chi è tutelato dall’art. 18 e chi non lo è, dobbiamo mettere la parola fine a queste disparità e distinzioni sul lavoro».
«Quando parliamo di lavoro – ha osservato ancora Sposato - parliamo soprattutto di Sud, di Calabria ma anche di Corigliano-Rossano. Per anni sul tema lavoro sono state costruite molte carriere politiche che hanno poi dato vita al precariato e a rapporti di lavoro poco chiari. Per Corigliano-Rossano è una questione cruciale perché veniamo da una stagione critica per economia e lavoro, pertanto sarà necessario fare una battaglia comune insieme alle istituzioni».
A confermare questa visione è anche Giuseppe Guido, segretario generale Cgil Pollino Sibaritide Tirreno, che ha aggiunto: «La Cgil ha inteso proporre questi quattro quesiti per garantire il lavoro tutelato e dignitoso. In questo contesto la sibaritide-pollino ne ha disperatamente bisogno anche alla luce degli ultimi dati emersi e che assegnano ai cittadini di quest’area il reddito pro capite più basso. Questo è sintomo del fatto che c’è sfruttamento e c’è lavoro nero (o grigio) ma ancor di più significa che c’è da investire. I lavori della 106, il futuro del porto e l’insediamento industriale rappresentano occasioni sulle quali bisognerà ragionare con serietà».