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Una coppia di fenicotteri ha trascorso l'inverno nella foce del Crati: è un evento straordinario

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CORIGLIANO-ROSSANO - Una coppia di fenicotteri ha trascorso l’inverno sul litorale ionico cosentino, in una zona umida nelle vicinanze della Riserva Naturale Regionale “Foce del Crati”. L’evento è particolarmente interessante in quanto si tratta di una specie soprattutto migratrice parziale e dispersiva, che in Calabria viene osservata regolarmente durante le migrazioni tra agosto-novembre e febbraio-aprile, mentre i casi di svernamento in regione sono rari.

Il Fenicottero è un elegante trampoliere caratterizzato da zampe e collo molto lunghi e becco ricurvo; i sessi sono simili in tutti i piumaggi ma, in media, i maschi sono più grandi delle femmine. Volendo fare un paragone con altre specie più comuni presenti tutto l’anno nella Piana di Sibari, le dimensioni sono visibilmente più grandi di quelle di un Airone cenerino.

Negli adulti in volo, il nero delle remiganti primarie e secondarie contrasta con le copritrici superiori e inferiori da salmone screziato a rosso cremisi, il resto del piumaggio è bianco con sfumature rosa, presente anche in parte sul becco che termina con la punta nera; le zampe sono anch’esse di colore rosa che assieme al collo sono mantenuti interamente distesi durante gli spostamenti. Nei giovani e negli immaturi prevale una colorazione brunastra con zampe e occhi scuri, mentre nell’adulto l’iride è gialla ma apprezzabile solo a breve distanza. Negli anni iniziano ad acquisire il colore rosa che è parzialmente dipendente dall’ingestione di carotenoidi presenti in Artemia salina, un minuscolo gamberetto di circa 10 mm di lunghezza che popola le acque di saline e stagni retrodunali, frequentati dalla specie per le attività trofiche e responsabile della pigmentazione delle penne dei fenicotteri. Dal punto di vista tassonomico, Peter Simon Pallas, di origine tedesca e uno dei più grandi naturalisti del XVIII secolo, descrisse il Fenicottero nel 1811. Attualmente il nome scientifico è Phoenicopterus roseus, l’etimologia deriva dal latino “Phoenicopterus” Fenicottero e “roseus” roseo.

La specie si riproduce in zone umide poco profonde e ricche di nutrimento come saline, laghi salati e lagune costiere. Durante la migrazione e lo svernamento può frequentare gli stessi tipi di habitat, ma si può osservare anche in bacini artificiali interni, foci di fiumi, paludi e risaie.

Per quanto riguarda la sua distribuzione, l'areale del Fenicottero comprende l'Africa, l'Asia occidentale e l'Europa meridionale dove nidifica in diverse zone della regione mediterranea, tra le quali Francia, Spagna e Grecia. In Italia, la specie ha iniziato a nidificare in Sardegna nel 1993 per poi colonizzare Toscana, Puglia, Emilia Romagna, Veneto e Sicilia. Le colonie riproduttive poste nelle saline di Margherita di Savoia si trovano a una distanza lineare di soli 190 km dal sito di svernamento nel comune di Corigliano-Rossano.

La dieta dei fenicotteri è composta da nematodi, anellidi, crostacei, molluschi, insetti acquatici, piccoli pesci, microalghe e semi di piante, che ricercano utilizzando le zampe per muovere il fango e il becco usato come filtro. La strategia di foraggiamento utilizzata è variabile e dipende dalle prede e dalle condizioni dell'habitat. Può nutrirsi durante tutto il giorno, ma soprattutto all’alba e al tramonto.

La migrazione dei fenicotteri avviene sia durante il dì che di notte e le altitudini alle quali gli uccelli volano durante la migrazione varia ampiamente, con gli uccelli che spesso volano bassi quando sono sul mare e alti quando sono sulla terra. A distanza ravvicinata è possibile udire i tipici richiami di contatto emessi sia in volo che sulla terra ferma durante le diverse attività sociali.

Ma da dove provengono questi due fenicotteri che hanno trascorso l’inverno nella piana di Sibari? Considerato che la specie ha una grande capacità di dispersione e non essendo stati inanellati, la domanda rimane aperta alle ipotesi.

Il Fenicottero è particolarmente protetto dalla Legge 157/92 ma anche da alcune direttive e convenzioni a livello internazionale. La specie è minacciata dalla trasformazione e distruzione degli habitat di nidificazione e di alimentazione, dalla variazione livello delle acque in periodo riproduttivo e dai disturbi antropici, come la presenza di cani randagi.

Il sito che ha ospitato i due fenicotteri è una zona umida interessata dal progetto IWC (International Waterbird Census). Qui, ogni anno a gennaio, vengono effettuati i censimenti dell’avifauna acquatica svernante coordinati per l’Italia dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che si avvale di rilevatori come il sottoscritto, autorizzato dall’ISPRA, a effettuare il monitoraggio dopo aver sostenuto un apposito esame abilitante. L’obiettivo principale del progetto IWC è quello di stimare le dimensioni delle popolazioni delle varie specie di uccelli acquatici ma allo stesso tempo di evidenziare le minacce riscontrate.

Si tratta di un’importante area, dove viene praticata la risicoltura da parte dell’Azienda Agricola Thurio di Pasquale Amica. Buona parte della superficie dell’azienda viene mantenuta allagata anche durante i mesi invernali, questo favorisce la presenza di numerose specie svernanti come l’Airone bianco maggiore, Chiurlo maggiore, Pavoncella, Piovanello pancianera, Spatola, Volpoca e rapaci quali il Falco di palude, l’Aquila minore e numerosi passeriformi tra cui il Migliarino di palude.

Birdwatchers e ornitologi conoscono bene il grande valore naturalistico di questa zona umida dove è facile osservare e fotografare specie rare e protette. Meriterebbe pertanto un maggiore controllo e protezione da parte degli organi competenti in quanto svolge un ruolo ecologico fondamentale per la conservazione della biodiversità.

di Francesco Sottile

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.