Dall’America a Corigliano-Rossano per vivere i Riti del Venerdì Santo
Un gruppo di turisti Statunitensi e Canadesi ha scelto la destinazione Calabria per il periodo di Pasqua e nel nord-est si sono imbattuti nelle suggestioni del Venerdì Santo e… nelle Cuddure

CORIGLIANO-ROSSANO – Mentre anche i Riti del Venerdì Santo sembra inizino a perdere quel fascino che avevano un tempo e gli autoctoni che partecipano alle funzioni religiose e popolari sono sempre meno; al contrario, le suggestioni di questi momenti continuano a suscitare tantissimo interesse tra gli expat (ieri la diretta streaming dell’uscita delle varette dell’Addolorata è stata seguitissima sui social) e tra i turisti. Attirati proprio dai Riti del Venerdì santo, a Corigliano-Rossano ha fatto tappa il giro del Road Scholar, un tour operator americano che ha portato in Calabria, per questo lungo ponte di Pasqua, un gruppo di visitatori Statunitensi e Canadesi.
Accompagnati da Tonino Tedesco di AndirivieniTravel, il loro viaggio nella Sibaritide e a Corigliano-Rossano è stato intenso e del tutto immersivo nell’animo popolare e folkloristico unico dei riti della Settimana Santa.
Gli americani sono rimasti letteralmente affascinati dalla passione e dal trasporto emotivo della processione dei Misteri di Rossano ma ancora di più del trasporto emotivo che stamani ha portato in tanti a recarsi nella piccola chiesetta dell’Addolorata, nel centro storico di Rossano, per visitare la toccante rappresentazione scenica della passione di Cristo, in un vero e proprio unicum che si ripete solo una volta l’anno.
Non solo, l’ormai consueto passaggio dal ristorante tipico La Bizantina, ha permesso ai turisti d’oltre oceano di imbattersi nei piatti della tradizione pasquale e le Cuddure (le particolari ciambelle di pane con l’uovo) insieme alla Pastiera hanno fatto impazzire i palati strong degli americani. Un vero e proprio successo.
La notizia, però, è che questi “avvenimenti” continuano a fare notizia, in una terra che potrebbe vivere di turismo per 365 giorni l’anno. Eppure, un gruppo di quindici persone venute dalla lontana America suscita ancora stupore. Semplicemente perché qui non siamo abituati a vivere il mondo globale, ma soprattutto a queste latitudini non si ha la consapevolezza dell’unicità del valore identitario che, con un po’ di ingegno e visione in più, potrebbe essere il vero vettore di sviluppo.