Senza strade e collegamenti, la Valle del Trionto torna a protestare
Nei giorni scorsi ennesimo sit-in organizzato dalla Cgil per spronare le istituzioni ad intervenire: occorre ripristinare subito il viadotto Ortiano: «Se Anas non ci convoca, ci autoconvochiamo». Intanto, cresce l'esodo dei cittadini verso la costa
LONGOBUCCO - «È una vergogna che un ponte nuovo, inaugurato nel 2016, sia crollato, e ancora non si vede niente». Tornano a protestare i cittadini di Longobucco, nell'ennesimo sit-in organizzato dai sindacati (questa volta in campo c'era la camera del lavoro locale della Cgil) che in queste settimane sono molto attivi sul fronte della mobilità stradale della Calabria.
Nella Valle del Trionto il problema c'è, permane ed è serio. Perché dopo il crollo del viadotto Ortiano, lungo la Sila-Mare, il 3 maggio scorso, la comunità longobucchese e l'intera Sila Greca rischiano di rimanere seriamente isolati a causa, anche, della precarietà delle altre strade di collegamento.
Il primo e principale rischio è quello dello spopolamento. Sono molti i cittadini che negli ultimi mesi stanno vagliando l'idea di trasferirsi a valle, sulla costa, proprio per la difficoltà (che alle volte si trasforma in impossibilità) di accedere ai servizi primari.
A quasi dieci mesi dal crollo del ponte, gli abitanti continuano a protestare e chiedere risposte celeri ad Anas e, ovviamente, al Governo centrale. «Abbiamo partecipato mesi fa a una riunione con Anas. Ci hanno detto che nel 2025 il ponte sarebbe stato ricostruito ma noi queste promesse non le vediamo», è il racconto di un cittadino ai microfoni del TgR Calabria.
Un isolamento, dicevamo, che mette a rischio un’intera comunità anche dal punto di vista dell’assistenza sanitaria: «Non ce la facciamo più. – aggiungono – Per andare a fare qualsiasi visita dobbiamo percorrere questa strada e abbiamo 50 minuti di curve per arrivare a un primo soccorso».