Baldino (M5s) sul mancato reintegro di Renna in Simet: «È tempo di sfidare i pregiudizi contro ogni discriminazione»
«Elda non si dà per vinta, perché convinta di essere vittima di un'ingiustizia. Contesta il licenziamento nel merito e nel metodo, ma soprattutto lo contesta perché discriminatorio. Il giudice infatti le ha dato ragione»
CORIGLIANO-ROSSANO - La deputata pentastellata e vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle a Montecitorio, Vittoria Baldino, interviene sul mancato reintegro dell'autista, Elda Renna, nell'azienda Simet - Ferrovie dello Stato.
«Voglio raccontarvi la storia di una donna coraggiosa e determinata - si legge nella nota. Un esempio di passione, costanza e perseveranza per tante donne. Elda è una delle poche, se non l'unica donna in Italia a guidare un autobus a lunga percorrenza. Fino a qualche tempo fa macinava chilometri su chilometri in giro per l'Europa non senza difficoltà e pregiudizi. Non è stato facile per lei ottenere un contratto con la qualifica di autista perché, si sa, nel più classico degli stereotipi, la donna al volante è considerata un pericolo. Eppure ci riesce e nel 2015 viene assunta da un'azienda calabrese di trasporto su gomma. Nel 2018, a seguito di un accordo di partnership naufragato con Ferrovie dello Stato, Simet, la società per cui Elda lavorava, entra in crisi, aggravata dalla pandemia e dai costi crescenti del carburante. Per questo, nel 2022 annuncia un licenziamento collettivo per lei e per altri 40 suoi colleghi».
«Nonostante questo - prosegue Baldino - Elda non si dà per vinta, perché convinta di essere vittima di un'ingiustizia. Si mobilita, si fa portavoce dei suoi colleghi, porta il caso alla ribalta nazionale e ci riesce. Bussa ad altre società di trasporto ricevendo porte in faccia a volte anche con motivazioni assurde "noi non assumiamo donne". Contesta comunque il licenziamento nel merito e nel metodo, ma soprattutto lo contesta perché discriminatorio: la legge tutela il lavoro femminile e tanto più tutela l'unica donna con quelle mansioni in forza in un'azienda. Arriva in tribunale, vince. Il giudice le dà ragione: dichiara illegittimo il suo licenziamento perché discriminatorio e ordina la sua reintegrazione nel posto di lavoro».
«Nel frattempo - continua la nota - l'azienda conclude un nuovo accordo con Ferrovie dello Stato che prevede l'affitto di un ramo d'azienda. Accordo raccontato con toni trionfalistici dalla società stessa e dal Ministero dei trasporti, specialmente nella parte in cui si prevedeva "la salvaguardia di tutta la forza lavoro in servizio". Sembrerebbe una storia a lieto fine, eppure ancora oggi, la resistenza di Elda si scontra con una discriminazione mascherata da burocrazia. Il reintegro è bloccato in un rimpallo di competenze tra Simet e Ferrovie dello Stato. Mi sembra fuori dal tempo e dalla storia che una lavoratrice debba affrontare così tante difficoltà per veder riconosciuto un proprio diritto. Mi sembra assurdo che una società partecipata e controllata dallo Stato consenta una tale discriminazione e non provveda o quantomeno promuova il rispetto di una decisione di un giudice e, prima ancora, della legge e della costituzione italiana. La storia di Elda è diventata un simbolo, un richiamo potente contro la discriminazione di genere».
«È tempo di sfidare i pregiudizi e aprire le porte alle donne che guidano con forza e determinazione ogni percorso della vita. Auspico che Simet la reintegri, rispettando l'ordinanza e dimostrando un impegno concreto contro la discriminazione» conclude.