Caritas, numeri preoccupanti: nelle feste distribuiti oltre 300 pasti al giorno
Da sempre accanto agli ultimi e a chi vive in condizioni di estremo disagio. Don Claudio Cipolla: «La povertà è in aumento e i bisogni non sono più solo materiali. La gente cerca supporto e conforto, anche psicologico»
CORIGLIANO-ROSSANO – Le vacanze natalizie stanno per giungere al termine e per molte famiglie è stata un’occasione per riunirsi attorno alle tavole imbandite a festa, consumando pasti e leccornie di ogni sorta. Ma non tutti possono concedersi questi eccessi, e spesso neanche lo stretto necessario.
Per questo motivo, la Caritas Diocesana offre la possibilità di poter consumare pranzi e cene grazie al servizio mensa che ogni giorno a Mirto, Rossano, Corigliano e Schiavonea dispensa in media 300 pasti a coloro che ne hanno bisogno.
«Anche quest’anno – ci conferma il Direttore della Caritas Diocesana (Rossano-Cariati), don Claudio Cipolla - registriamo dati in aumento. Molte persone, più di quante realmente fanno ricorso agli sportelli Caritas, vivono in condizioni di estrema povertà. E i bisogni non si limitano solo all’approvvigionamento di generi alimentari: c’è richiesta di indumenti, medicinali, visite mediche e molto altro».
«Nella tendopoli di Schiavonea, ad esempio, presso la quale ci rechiamo spesso per portare coperte, vestiti, scarpe e beni di prima necessità, le esigenze e i bisogni sono davvero tanti».
La Caritas infatti cerca di far fronte alle richieste di aiuto fornendo servizi a 360 gradi. Dai posti letto agli aiuti economici per affrontare le spese impreviste, fino alle visite mediche specialistiche, contando sul supporto di tanti professionisti, volontari e privati che mettono a disposizione il proprio tempo e la propria professionalità per aiutare quanti vivono in condizioni di disagio e svantaggio sociale.
«In tanti – afferma – fanno ancora fatica a chiedere aiuto pertanto i numeri, già di per sé elevati, risultano essere sottostimati. In questi casi cerchiamo di intercettare i bisogni e interveniamo con discrezione, magari facendo trovare un pacco sull’uscio di casa».
E sì, perché se da una parte ci sono tante famiglie bisognose dall’altra esiste una zona d’ombra fatta di persone che resistono agli aiuti per paura o pudore. «I bisogni poi – sottolinea don Claudio – non sono sempre materiali. Abbiamo notato che molti necessitano di terapie psicologiche e psichiatriche. Soprattutto nell’ultimo anno, abbiamo incoraggiato ed aiutato tante persone ad intraprendere questi percorsi di crescita e rinascita con l’aiuto degli esperti».
Ma se per molti chiedere è una fatica per altri rifiutare è una necessità: «Alcuni senzatetto che devono svegliarsi all’alba per andare a lavorare – spiega don Claudio – spesso rifiutano un posto letto al dormitorio di Rossano paese perché risulta loro difficile raggiungere in tempo il luogo di lavoro. L’ideale sarebbe avere almeno due dormitori nelle due aree urbane di Corigliano e Rossano. Capiamo che non è facile ma potremmo aiutare molti lavoratori stagionali e occasionali».
Far fronte a tutte le esigenze non è facile e più luoghi di ristoro potrebbero rappresentare un aiuto concreto per arginare l’emergenza abitativa: «Spesso paghiamo loro un b&b per qualche notte ma sono misure temporanee che non risolvono il problema alla radice»
A fare la differenza è comunque la generosità dei cittadini che continuano a dimostrare vicinanza e solidarietà donando sia agli sportelli parrocchiali che alle mense: «Quest’anno ci ha piacevolmente sorpreso l’ondata di generosità registrata durante le festività natalizie. L’acquisto di giocattoli, panettoni e pasti, sia da parte di aziende che di privati, ci ha permesso di donare molto e di farlo seguendo i bisogni reali».
Un segnale importante, quindi, da parte della comunità che non smette di stare accanto a chi vive ai margini di una società che teme e deride il povero, l’ultimo, il bisognoso.