L'Arberia, un miracolo di resistenza che rischia di svanire perchè manca unità
Lo sforzo per la salvaguardia dell'inestimabile patrimonio culturale fatto di usi, costumi, lingua e tradizioni accomuna tutte le comunità albanofone calabresi, ma diversi attriti mettono in crisi le aspirazioni comunitarie dei paesi albanofoni. Con noi Nociti e Prioli, per capire punti di forza e difficoltà dei comuni arbëreshë
CORIGLIANO-ROSSANO - L’Arberia continua a rappresentare un miracolo di resistenza. Da secoli l’enclave albanese in Calabria ha mantenuto la propria identità integrandosi perfettamente con il tessuto sociale ed economico circostante.
Una risorsa e un’opportunità incredibile per il territorio ma anche un esempio importante di vita comunitaria. I paesi albanofoni, infatti, hanno messo su una vera e propria rete che poggia sull’idea di popolo unito dalle comuni origini e dalla storia, accomunato dal legame con la terra madre: l’Albania.
Unione che però sembra si stia incrinando a causa di alcune divergenze con la Fondazione “Istituto regionale comunità arbëreshë di Calabria”, guidata dal commissario Ernesto Madeo, sindaco di San Demetrio Corone.
Su questi ed altri temi si sono confrontati nel corso della puntata dell’Eco in Diretta (vedi qui) il sindaco di Spezzano Albanese, Ferdinando Nociti, e il vicesindaco di Frascineto, Angelo Prioli.
«L’albanesità – ha affermato il sindaco di Spezzano Albanese, Ferdinando Nociti – dovrebbe essere, sì, una risorsa culturale e sociale ma anche turistica. Da centinaia di anni preserviamo usi, costumi, tradizioni e lingua ma ora siamo in pericolo poiché le nostre comunità rischiano lo spopolamento. Dobbiamo attirare visitatori e continuare a preservare la nostra identità».
Un’emorragia di abitanti che interessa soprattutto i piccoli centri e che sperano possa risolversi con il rilancio delle destinazioni arbëreshë in chiave turistico-esperienziale. Cruciale per la sopravvivenza dell’identità anche l’insegnamento della lingua nelle scuole come materia curriculare: «Se perdiamo la lingua – ha sottolineato Nociti - non sopravviveremo, una comunità senza lingua rischia di perdersi».
A rimarcare tali posizioni è anche il vicesindaco di Frascineto, Angelo Prioli che però aggiunge: «Sull’unione tra comunità c’è confusione, siamo in una fase di transizione».
Il riferimento è alla Fondazione “Istituto regionale comunità arbëreshë di Calabria” e agli indirizzi promossi dal commissario Ernesto Madeo, recentemente sfiduciato da 13 sindaci arbëreshë, tra i quali risultano anche Nociti e Catapano.
«Con la Fondazione – chiarisce Nociti - ci sono un po’ di problemi perché alcuni Sindaci non condividono la conduzione che appare sempre più divisiva e meno partecipativa. Speriamo, infatti, di poter superare questo momento con la richiesta al Presidente Occhiuto di nominare un altro commissario o, nel caso contrario, facendo dell’attuale commissario il presidente così da poter istituire un consiglio d’amministrazione dove anche gli altri possano dire la propria e difendere le proprie ragioni».
Un po’ di attriti, dunque, che mettono in crisi le aspirazioni comunitarie dei paesi albanofoni della provincia e dell’intera regione in un momento cruciale di grande rilancio. Ci auguriamo che il lavoro di promozione e valorizzazione dei centri dell’Arberia prosegua oltre le divergenze, insistendo sul valore che da sempre li ha contraddistinti: l’unione e il senso di apparenza ad un'unica, grande comunità legata alla terra d’origine d’Albania.
(foto in copertina di Felicia Sommario)