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Baker Hughes vuole investire nel porto di Corigliano-Rossano: ecco il piano industriale

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CORIGLIANO-ROSSANO – Si affaccia un nuovo e ambizioso piano industriale per il porto di Corigliano-Rossano che, oltre ad essere prospettiva per la marineria peschereccia e ambire a essere un punto fermo nel settore cruise, con la prossima realizzazione della banchina crocieristica, ha spazio e duttilità strutturale per ospitare anche un insediamento produttivo per l’industria della transizione energetica. Nelle ultime ore è stata svelata la proposta, depositata agli uffici dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridiona, dalla Baker Hughes, leader mondiale nel settore energetico e industriale, che ha annunciato piani ambiziosi per ampliare la propria presenza in Calabria. Con un investimento previsto di circa 60 milioni di euro, l'azienda mira a stabilire, nei prossimi anni, un nuovo insediamento industriale presso il porto di Corigliano-Rossano, con l'obiettivo di potenziare le proprie attività legate alla produzione di energia e alla transizione energetica. Si tratterebbe del secondo polo di produzione in Calabria dopo quello di Vibo Valentia.

Il progetto per la struttura portuale della Sibaritide è di quelli ambiziosi e prevede la realizzazione di strutture specializzate per la produzione di moduli industriali destinati ad essere esportati in tutto il mondo. Queste strutture supporteranno attività cruciali come la compressione del gas e la generazione di energia elettrica, contribuendo in modo significativo alla fornitura globale di gas naturale liquefatto. Nello specifico, presso il sito di Corigliano sarà effettuata la fabbricazione, la verniciatura e il montaggio delle strutture, nonché l’assemblaggio finale di moduli, per attività complementari a quelle che l’azienda già svolge nel proprio sito di Avenza (Carrara), in Toscana.  La darsena di Schiavonea diventerà «un'importante colonna portante della struttura industriale - come si apprende dalla nota diramata dalla stessa Baker Hughes - offrendo tecnologie all'avanguardia che affrontano le sfide del trilemma energetico (sicurezza, equità e sostenibilità), garantendo sicurezza degli approvvigionamenti, costi accessibili e minori emissioni».

Parallelamente a questo, l'azienda ha delineato piani per potenziare il proprio sito di Vibo Valentia, che già funge da centro di eccellenza all'interno del gruppo.

Gli investimenti previsti nei prossimi tre anni che concentrerebbero sulla struttura portuale jonica buona parte di quei 60milioni di investimenti, mirano ad aumentare la capacità produttiva e a lanciare ulteriori attività di ricerca e sviluppo. E anche dal punto di vista occupazionale sembrerebbe una proposta altrettanto allettante. Questa “espansione industriale” proposta da Baker Hughes si traduce, infatti, non solo in una maggiore efficienza operativa nel quadro aziendale ma anche nella creazione di oltre duecento nuovi posti di lavoro diretti e indiretti. Niente male, soprattutto perché questa fonte di occupazione dovrebbe essere permanente per tutta la durata di vita del complesso industriale e non solo limitata al periodo di realizzazione dell’impianto.

Alberto Matucci, Vice Presidente Gas Technology Equipment del business Industrial & Energy Technology (IET) di Baker Hughes, ha sottolineato l'importanza strategica di questi investimenti per rafforzare ulteriormente la presenza dell'azienda in Italia e per supportare la transizione verso un futuro energetico più sostenibile.

Il progetto ha ottenuto il sostegno dell'Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Calabria, Rosario Varì, che ha elogiato l'iniziativa come un importante passo avanti per la regione, sottolineando l'impatto positivo che avrà sull'occupazione e sull'economia locale.

« L’annuncio di Baker Hughes di voler investire in Calabria 60 milioni di euro è davvero un’ottima notizia. Circa un anno fa - ha dichiarato Varì - in occasione del 60esimo anniversario dall’insediamento del Nuovo Pignone nell’area industriale di Porto Salvo, a Vibo Valentia, ho avviato con l'azienda un’interlocuzione finalizzata a rappresentare le opportunità di investimento nella nostra Regione, cui sono seguiti una serie di incontri con i diversi soggetti preposti a supportare gli insediamenti produttivi sul territorio. Questa sinergia ha creato un contesto favorevole, che ha indubbiamente contribuito a determinare la volontà di Baker Hughes di continuare a investire in Calabria. Mi piace sottolineare, peraltro, che l’azienda intende non solo insediare un nuovo stabilimento produttivo nel porto di Corigliano e ampliare quello esistente a Vibo, ma altresì creare, a Vibo, un centro di ricerca e sviluppo in ambito tecnologico e digitale, con la conseguenza che vi sarà, oltre al rilevante indotto, sia un incremento occupazionale sul nostro territorio della manodopera specializzata nella produzione delle componenti per l’industria del settore energetico, sia l’opportunità di lavorare in Calabria da parte dei nostri giovani laureati, che potranno esercitare le loro competenze in progetti di ricerca e sviluppo».

Anche il Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, l’Ammiraglio Ispettore Andrea Agostinelli, ha accolto con favore l'investimento, sottolineando l'importanza di tale progetto per lo sviluppo del porto di Corigliano e la promessa di ulteriori investimenti per ottimizzare gli spazi di banchina e gli ormeggi.

«La sinergia con Baker Hughes – sottolinea Agostinelli - può rappresentare la svolta per il porto di Corigliano, e accogliamo con estremo favore un progetto imprenditoriale che sceglie qui una nuova localizzazione, rafforzando al contempo lo stabilimento preesistente di Vibo Valentia Marina. La produzione “bordo banchina” riteniamo sia una grande opportunità per i nostri porti. Capace di creare produttività, consentendo l’approvvigionamento e la partenza via mare e, quindi, superando il limite delle connessioni terrestri». «Un investimento cospicuo – sottolinea ancora il presidente dell’Autorità portuale - e importante accompagnato da un progetto manifatturiero, sul quale l’Autorità si riserverà, come da procedura, i dovuti approfondimenti. Qualora i vagli saranno positivi, il porto di Corigliano avrà un suo cantiere, destinato alla produzione di elementi all’avanguardia, da spedirsi via mare in tutto il modo. E quel che conta, nel pieno rispetto delle attuali destinazioni funzionali delle banchine, anzi ottimizzando gli spazi di banchina e gli ormeggi con ulteriori investimenti a cura della Autorità. Una promessa mantenuta. E, nella visione strategica dell’Autorità, questo insediamento ha ampi margini per un futuro ulteriore sviluppo del porto».

Le parole di Agostinelli sono, come sempre, chiarissime e non si prestano ad interpretazioni: un futuro intervento industriale sul porto non comprometterà la storica economia peschereccia di cui oggi gode il porto, né le future leve diportistiche che saranno agevolate dalla riattivazione della stazione di alaggio e varo, e nemmeno quelle crocieristiche. Del resto, ci sono esempi chiari, di porti, strutturalmente più piccoli rispetto a quello di Corigliano-Rossano che riescono a conciliare diverse declinazioni. Non ultimo lo scalo portuale di Civitavecchia che non solo è diventato negli ultimi anni l’hub crocieristico più importante del Mediterraneo ma è riuscito a conciliare questa declinazione prettamente turistica anche con la pesca e l’industria pesante (a due passi dal porto sorge una delle più grandi centrali a carbone d’Europa).

Certo, da ora si apre la stagione del confronto con il territorio. Anche se, con le giuste garanzie che dovranno tenere in considerazione le prerogative del territorio (occupazione e salvaguardia ambientale su tutto) di cui dovranno farsi interpreti responsabili investitori e istituzioni, non si vede alcun motivo di obiezione a quello che – di fatto – rappresenta la prima, più importante e concreta proposta di rilancio del porto di Corigliano-Rossano, una struttura dalle potenzialità infinite e che ora esprime solo un potenziale infinitesimale rispetto alla sua forza.   

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.