Ancora disagi per i pendolari del Bolzano-Sibari su un treno che sembra avere la sua logica di lentezza
Ieri sera, durante la corsa di ritorno, l’ennesimo ritardo e coincidenza persa per quasi 50 passeggeri. Il treno regionale (istituito solo per dare servizio al Frecciarossa) è partito vuoto mentre nel piazzale... c’era già il bus sostitutivo
SIBARI (CASSANO JONIO) – «Forse è arrivato il momento di fare chiarezza e di conoscere la verità». È partito da qui, con queste parole dei pendolari del Frecciarossa TI-8519 Bolzano-Sibari, l’ennesimo viaggio dei disagi che si è consumato tutto e per intero in Calabria, sul versante jonico. Ieri sera il treno veloce previsto per le 22:31 è arrivato nella stazione di Sibari con l’ormai consueto puntuale ritardo di 15 minuti, lasciando alla mercè del “servizio sostitutivo” quasi 50 pendolari. Nulla se si pensa alla selva di disguidi che ogni giorno si verificano sulla rete ferroviaria italiana. Ma quel quarto d’ora lungo il parallelo jonico, compreso tra lo scalo della Piana e Crotone, risulta fatale perché innesca una serie di disservizi e difficoltà che mandano in crisi l’intero apparato della proposta dei trasporti pubblici lungo la dorsale orientale calabrese.
Ne abbiamo scritto più volte nei mesi scorsi, sperando che si rimediasse ad un errore marchiano, facilmente risolvibile. Evidentemente, però, il protrarsi nel tempo degli stessi disagi cela qualche meccanismo sconosciuto ai comuni mortali, più grande e ben oleato, su cui, oggi, i pendolari chiedono chiarezza.
I fatti sono questi, documentati non solo dai viaggiatori ma facilmente consultabili anche su viaggiatreno.it, il portale della infomobilità ferroviaria di Trenitalia. Lungo la tratta Bolzano-Paola (1.100 km) il Frecciarossa accumula mediamente 2 o 3 minuti di ritardo, eppure in questo tragitto attraversa gli snodi trafficatissimi di Verona Porta Nuova, di Bologna centrale, della grande cinta ferroviaria di Roma, di Napoli e, infine, viaggia lungo una tratta tirrenica, a sud di Battipaglia, non ancora adeguata all’alta velocità. Eppure, riesce a mantenere vivi gli standard di un treno veloce. Fino a Paola, dicevamo.
Dalla stazione tirrenica a Sibari, invece, il Frecciarossa si trasforma in un treno merci. La media viaggio si aggira tra i 50 e gli 80km/h. E sarebbe qui l’inghippo. Perché proprio con questa andatura si accumulerebbe un ritardo che in media supera i 13 minuti, lungo una tratta di circa 72km.
Cosa c’è che non va? Abbiamo provato a porci delle domande, insieme ai pendolari abituali di questo treno (perché ce ne stanno tanti che si muovono dalla Calabria jonica con questo mezzo), e a darci delle risposte.
La prima: perché si accumula così tanto ritardo tra Paola e Sibari? Forse i binari non sono adeguati a supportare velocità oltre gli 80km/h. Benissimo, allora che si adeguino gli orari di arrivo del Bolzano-Sibari, così che si possano, di conseguenza, riadeguare anche gli orari del regionale-navetta (finanziato con fondi regionali) in partenza quasi sempre vuoto.
La seconda: perché il regionale Sibari-Crotone delle 22:41, in coincidenza con il Frecciarossa, non può attendere qualche minuto in più in stazione, considerando – tra l’altro – che si tratta dell’unico vettore in circolazione lungo la jonica, fino alle 4 del mattino successivo? La risposta a questa domanda, in realtà, fa da sponda alla terza e più misteriosa questione: come mai sul piazzale della Stazione di Sibari c’è sempre pronto un bus sostitutivo, disposto a “sobbarcarsi” l’onere di accompagnare i viaggiatori nel loro viaggio tra Sibari e Crotone, raddoppiando i tempi di percorrenza e fiaccando pazienza e fiducia dei pendolari? E qui la risposta sulla possibile, reale esistenza di un problema che va oltre l’organizzazione tout court del servizio ferroviario.
Anche perché i bus, così come anche il treno navetta, non viaggiano gratis. C’è sempre un ente pubblico, in questo caso Trenitalia e la Regione Calabria, che sborsa soldi per i servizi sostitutivi. Gli stessi che si potrebbero evitare proprio a monte di una pianificazione più reale, concreta ed efficace.
Probabilmente siamo troppo maliziosi. Ma se le segnalazioni si protraggono da mesi e nessuno muove un dito per far fronte ad un disguido di facile risoluzione, ma allo stesso tempo molto oneroso per le casse pubbliche, si è portati – per forza di cose - a pensar male…