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Il sold-out di Gratteri da Amarelli e il clamoroso flop di Grillo al Maria De Rosis: le due facce di una notte d’estate

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CORIGLIANO-ROSSANO – Le serate joniche, quelle belle, quelle che ti regalano emozioni forti e sorprese. E sicuramente quella di ieri è stata una di queste con due momenti concentrati nella grande città di Corigliano-Rossano, entrambi nell’area bizantina, l’uno completamente diverso dall’altro, accomunati solo dall’attesa. Da una parte il coinvolgente intervento del capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel contenitore di Link2023 “Orgoglio e Pregiudizio” organizzato nel contesto della storica fabbrica della liquirizia Amarelli; dall’altra, lo spettacolo di Beppe Grillo trascinatore dell’epopea populista italiana, fondatore del Movimento 5 stelle e oggi ritornato nel suo più congeniale ruolo di comico pungente.

Due eventi di grande rilevanza che hanno messo in chiaro posizioni e coerenza dei due protagonisti. Attenzione, nessun dualismo tra i due eventi, ma un concetto di fondo che richiama – per forza di cose – ad una coerenza concettuale di fondo e ad un mero raffronto nei numeri delle “piazze”. Che poi dicono tutto

Ed è così che mentre Gratteri ha avuto, tra le sue tante capacità anche quella di sdoganare l’antimafia nella cultura, rendendola argomento di cui c’è necessità di parlare («occupate gli spazi che noi lasciamo liberi – ha detto – create associazioni, momenti di confronto e di crescita»), richiamando al suo uditorio quasi duemila persone in un pomeriggio d’agosto; il messaggio di Grillo con il suo “Altrove”, nella cavea bizantina, non è riuscito a sfondare, per un pregiudizio di fondo? Non lo sappiamo. Certo, ad assistere allo spettacolo del comico ligure c’erano poco meno di 200 paganti. In altri tempi quell’anfiteatro sarebbe stato stracolmo.

La platea di Grillo al Maria De Rosis

È il pensiero e l’insegnamento di Gratteri a vincere, anzi, a stravincere e a confermare quanto, nella vita, non c’è nulla di più importante, addirittura più forte del fuoco, della coerenza nelle proprie idee e il coraggio di portarle fino in fondo. A costo di tutto. Della stessa libertà. E il senso di questo pensiero sta tutto in un aneddoto raccontato dallo stesso procuratore ad una platea attentissima e coinvolta: «La mia libertà fisica si limita a camminare da questo palco fino all’auto che mi attende lì in fondo… Non faccio un bagno in mare – ha raccontato – dal 1990, la mia vita è piena di privazioni per il lavoro che faccio. Eppure sono felice perché sono una persona libera. E non c’è niente di più prezioso, nulla che valga di più che essere una persona libera. Anche a costo di vivere una vita intera fermo sotto un sasso».

Ed è questo il vero messaggio, insieme a quella catechesi spinta, incessante quotidiana che il magistrato antimafia porta avanti per liberare la Calabria dalle catene della ‘Ndrangheta e dell’ignoranza («vero male della nostra terra»). È la filosofia del non essere appagati mai di libertà e diritti. Qui Gratteri ha ricordato le tante privazioni a cui è costretta la nostra regione e soprattutto un territorio ricco, stracolmo di eccellenze e storia, come la Sibaritide. «Qui mancano infrastrutture – ha detto – mancano servizi, manca il presidio forte dello Stato». E il riferimento è soprattutto a quei presidi di legalità e giustizia che alla Calabria del nord-est sono stati violentemente scippati. Ecco perché non bisogna sentirsi mai appagati. E la staffilata diretta, frontale, Gratteri la indirizza ancora una volta alla politica e al potere sistemico che va con il cappello in mano a chiedere i voti alla ‘ndrangheta; che non agisce mai nell’interesse della collettività; che fonda le proprie azioni sulla contraddizione e – appunto – non ha il coraggio delle idee; che osteggia con puntualità svizzera ogni azione mirata a riequilibrare il sistema di diritti e giustizia. Un pensiero che sta tutto in un claim di vita, nella Gratteri-filosofia: «Non devo piacere al potere, mentalmente sono sempre all’opposizione». E chi è senza colpe scagli la prima pietra: ne resterebbero pochissimi!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.