3 ore fa:«Dopo il bilancio bocciato dal Tar, la maggioranza Minò approva Dup irregolare»
1 ora fa:Sybaris e Kroton hanno fatto pace: insieme alla Borsa del Turismo di Paestum
4 ore fa:L'ambasciatrice del Kosovo Nita Shala ricevuta in Prefettura a Cosenza
16 ore fa:Gli auguri del sindaco Stasi e dell'amministrazione al nuovo segretario della Cgil Calabria
17 ore fa:La Fondazione Carical dona 18 zaini tecnici-medici di emergenza al Soccorso Alpino e Speleologico Calabria
1 ora fa:I dubbi sui lavori della ferrovia jonica: «Sarà mai fatta l'elettrificazione?»
2 ore fa:Danno erariale per un milione di euro, citazione in giudizio per un dirigente dell'Asp di Cosenza
10 minuti fa:Il luminare della cardiologia Ciro Indolfi sceglie l’Università della Calabria
40 minuti fa:Aeroporti calabresi: Sacal inaugura la stagione invernale 2024-25
2 ore fa:Un'etichetta simbolica per la 20esima edizione del "Concorso internazionale dei Vini Arbereshe"

L’Italia ripudia la guerra: da Co-Ro una firma per dire basta all’invio di armi. Ecco quando

2 minuti di lettura

CALABRIA - Il comitato “Referendum Ripudialaguerra” porta avanti una iniziativa popolare di raccolta firme per poter indire un referendum affinché venga abrogata la legge n. 185/1990 che permette l’invio di armi a paesi belligeranti, in palese violazione dell’art. 11 della Costituzione Italiana. «Riteniamo che nessun governo o parlamento possa ritenersi investito della responsabilità di condurre il paese in un conflitto che rischia di degenerare in modo irreversibile, senza interpellare la popolazione. Nonostante la martellante propaganda interventista, la larga maggioranza degli italiani rimane contraria al conflitto Russo/Ucraino, ma i nostri governanti non recepiscono questo sentimento popolare».

«Siamo ormai vicini alla escalation nucleare, dobbiamo interrompere i crescenti rischi globali. Per tornare protagonisti i cittadini possono firmare e far firmare per questo referendum che è finalizzato alla modifica della competenza tra Governo e Parlamento sul tema dell’invio delle armi, in rispetto della nostra Costituzione. Questo il quesito: Vuoi tu che sia abrogato l’art. 1, comma 6, lettera a), legge 9 luglio 1990, n. 185, rubricata “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni che prevede: l’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: verso i paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle camere limitatamente alle parole o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere”?».

«Cosa vogliamo ottenere? Si vuole abrogare quest’ultimo articolo nel punto indicato alla fine di impedire che il Consiglio dei Ministri (che rappresenta il Governo e non l’intero Parlamento) possa decidere in merito e adottare deliberazioni con valore vincolante al pare di quello proprio degli obblighi internazionali assunti dall’Italia. Si può firmare per il Referendum in tre modi diversi: online su piattaforma certificata, referendumripudialaguerra.it/firma-online/ (per i possessori di SPID o con altro sistema offerto dalla piattaforma); recandosi con un valido documento di riconoscimento presso l’Ufficio Affari generali –“Palazzo Bianchi” - P.zza del Popolo, 9 – a.u. Corigliano, dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 13,00 e martedì dalle ore 15,30 alle ore 17,00;  sottoscrivendo presso i punti di raccolta organizzati dal Comitato locale “Ripudia la Guerra”».

Quando? Domenica 18 giugno in Viale Mediterraneo –Zona Sant’Angelo a.u. Rossano, dalle ore 18.30 alle ore 21,00. Domenica 25 giugno - L'eremo di Sant'Onofrio Rossano – festa di Sant’Onofrio a.u. Rossano, dalle ore 10,00 alle ore 15,00. «Riteniamo che nessun governo o parlamento possa ritenersi investito della responsabilità di condurre il paese in un conflitto che rischia di degenerare in modo irreversibile, senza interpellare la popolazione. Ad oggi l’Italia ha speso più di 10 miliardi di euro per l’invio di armi sacrificando sanità, istruzione e contribuendo ad una crescente escalation del conflitto. La pace si raggiunge con i negoziati, non con l’invio di armi».

(Fonte foto telebari.it)

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia