Torna la questione della Grande Sibari: per Papasso è un sogno, per Russo un grande punto interrogativo
Dopo la proposta lanciata ieri dal consigliere regionale Graziano ecco la posizione dei sindaci di Cassano Jonio e Crosia che insieme a Corigliano-Rossano potrebbero dar vita alla realizzazione di una grande città policentrica e metropolita
CORIGLIANO-ROSSANO - Torniamo a parlare di fusione. Questa volta lo facciamo a seguito delle dichiarazioni del Consigliere Regionale Giuseppe Graziano (Azione), estensore e primo firmatario della Legge sulla Fusione di Corigliano-Rossano e co-firmatario della Proposta di Legge per l'istituzione del nuovo comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero.
Nella nota stampa (leggi qui l’articolo completo), Graziano spiega gli effetti del “Fondo Fusioni”: una norma che agevolerà e sosterrà il processo e in cui i comuni fusi con una popolazione che supera i 100mila abitanti potranno usufruire di un bonus pari a 10 milioni di euro per 15 anni.
La proposta, neanche a dirlo, ha coinvolto anche la nostra città. Secondo quanto afferma Graziano «sarebbe giusto ambire, oggi, alla grande "città di Sibari”».
Una città frutto della fusione tra Corigliano-Rossano, Cassano Jonio e Crosia. Si tratterebbe di un comune la cui estensione territoriale toccherebbe i 527,6 km2, diventando così il 7° comune più esteso d’Italia, dietro Monreale e davanti a Gubbio. Gli abitanti sarebbero circa 102mila e la costa raggiungerebbe i 41 km di lunghezza, dalla foce del torrente Raganello alla foce del torrente Fiumarella.
Abbiamo chiesto ai Sindaci di Cassano Jonio e Crosia un’opinione a riguardo.
«Sostengo fortemente – afferma il sindaco di Cassano, Gianni Papasso – tale progetto di fusione. Già ai tempi della fusione di Corigliano-Rossano proposi il coinvolgimento di Sibari, insieme al comune di Villapiana. Deliberammo anche un atto d’impulso affinché Corigliano e Rossano divenissero gli apripista del progetto; noi li avremmo poi raggiunti in corsa».
«Auspico, quindi – sottolinea ancora Papasso -, che il progetto della grande città decolli e che prenda il nome di Sibari. In questi casi bisogna essere lungimiranti. Coinvolgere un territorio come il nostro significa godere di una zona baricentrica tra la Sibaritide e il Pollino, che vanta una storia, una ricchezza culturale e una identità straordinaria su cui poter scommettere».
Manifesta qualche perplessità, invece, il sindaco di Crosia, Antonio Russo che si dice a favore dei processi di fusione ma con qualche riserva per ciò che riguarda la proposta di una grande città metropolitana che abbracci tutto il cuore della Sibaritide.
«Nel nostro caso – dichiara – è un’ipotesi che potremmo prendere in considerazione con i comuni della Valle del Trionto. Con questa area geografica condividiamo obiettivi e finalità territoriali, oltre che affinità identitarie. Dal punto di vista economico e sociale siamo maggiormente legati a questi luoghi e a queste realtà comunali».
E aggiunge: «Le aree interessate da questo progetto della “Grande Sibari”, a differenza di Rende, Cosenza e Castrolibero, non sono conurbate e ciò rappresenta una condizione da tenere in considerazione. Ci si scontrerebbe con un dato non di poco conto: centri molto distanti l’uno dall’altro. Un’idea possibile forse, ma non di immediata realizzazione».
Insomma, tra spinte propositive e atteggiamenti cauti il progetto resta comunque soltanto un'idea, la cui spinta propulsiva potrebbe venire proprio da Sibari.