10 ore fa:Un coriglianese per la finale di Coppa Italia Milan-Bologna
12 ore fa:I giovani a sostegno di Gaudiano si scagliano contro la nomina di Bloise a commissario del Parco della Sila
8 ore fa:Stagione marittima alle porte, Scutellà (M5s): «La Calabria ha un grosso problema di depurazione!»
12 ore fa:Co-Ro, le associazioni del territorio denunciano «situazioni al limite del degrado in città»
10 ore fa:La Rossanese è matematicamente seconda: ai play-off per sognare
9 ore fa:Daniele Kihlgren «offre» un'idea per rilanciare i centri storici di Co-Ro - VIDEO
13 ore fa:Garante per l'infanzia e l'adolescenza, al via il corso per tutor di minori stranieri non accompagnati
13 ore fa:La Festa della Bandiera divide gli italo-albanesi: «Operazione affaristica»
9 ore fa:A Bocchigliero arriva la carovana della prevenzione organizzata dal movimento Diritto alla Salute
8 ore fa:Co-Ro pronta per la 34^ edizione della "Corri e Cammina per la Pace"

Diritto della salute in Calabria: «È ora di dire basta e di lanciare una vera e propria vertenza»

1 minuti di lettura

LAMEZIA TERME - «È ora di dire basta e di lanciare una vera e propria vertenza legata al diritto alla salute, ad una sanità pubblica realmente universale, un vero welfare, un sistema sociosanitario che funzioni». Lo ha affermato la Segretaria nazionale Spi Cgil Claudia Carlino intervenuta a Lamezia Terme all'iniziativa "Il Welfare che non c'è. Confronto e riflessioni su uno stato sociale da costruire". Partendo dalla visione del social movie "Tutte a casa, memorie digitali da un mondo sospeso" del collettivo Tutte a Casa con la regia di Maria Antonia Fama, la categoria Cgil dei pensionati  ha affrontato il dramma del post Covid, a partire dal senso di solitudine e di fragilità lasciato soprattutto nelle donne, le sole deputate, spesso, alla "cura" senza alcuno strumento a sostenerle nel lavoro, nelle lacune sanitarie da colmare, in un sistema completamente scollato dalla necessità e dai bisogni.

«Il governo è assente e latitante con il sud. Non possiamo più accontentarci, attendere, sperare. La pandemia ha apertamente rivelato tutta l'inadeguatezza del sistema sanitario calabrese e come questo non sia assolutamente universale. Ma nonostante la sanità pubblica sia stata latitante in quei mesi terribili e in quello che ne è seguito, ancora oggi non sono stati adottati provvedimenti per invertire la rotta. Non ci sono risposte, non ci sono proposte», afferma Carlino.

«Ecco allora che l'aspettativa diminuisce e che vivere e curarsi in Calabria significa vivere una media di dieci anni in meno rispetto a chi vive a Pordenone.  Costantemente l'Europa ci chiede di affinare le diseguaglianze ma non si riesce ad andare oltre la progettazione. Non possiamo dimenticare quello che è stato, abbiamo bisogno di risorse sociosanitarie, di un sistema sociosanitario integrato. Invece, abbiamo un governo non attento alle persone fragili. Fare una legge sulla non autosufficienza e non prevedere delle risorse a suo sostegno significa, ancora una volta, non dare risposte».

La discussione è stata ad ampio spettro grazie alla sintesi di più voci. Da quella dell'autrice del film Maria Antonia Fama, a quella di Rubens Curia, presidente Comunità Competente, Celeste Logiacco, Segretaria Cgil Calabria, Rossella Napolano, Segretaria Spi Cgil Calabria, Michele Iannello, Segretario Generale Spi Area Vasta, Amalia Talarico, Segretaria FP Area Vasta, Antonella Bertuzzi, Segretaria Cgil Area Vasta, Bruno Tassone, presidente Auser Calabria, Rossella Napolano, Segretaria Spi Cgil Calabria.

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia